Il medico di base friulano spiega il modello inglese: così nel Regno Unito hanno vaccinato 20 milioni di cittadini

L’udinese Pierluigi Struzzo da Londra: sei euro è una cifra offensiva. Qui lo Stato garantisce l’assicurazione e paga 12,84 sterline a paziente 
Il medico udinese Pierluigi Struzzo nel suo studio di Londra
Il medico udinese Pierluigi Struzzo nel suo studio di Londra

LONDRA. «In Gran Bretagna i medici di medicina generale hanno vaccinato tre quarti della popolazione, in un mese hanno iniettato 10 mila dosi». Da Londra, Pierluigi Struzzo, il medico di base udinese volato nella capitale inglese dopo la pensione, illustra il modello che nel Paese appena uscito dall’Unione europea ha consentito di arginare il contagio da Sars-CoV2 con l’aiuto dei medici di base. Struzzo si stupisce che i colleghi italiani non siano ancora scesi in campo e ritiene che 6 euro a vaccino sia una cifra improponibile.

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Oggi potrebbe essere la volta buona quantomeno per gettare le basi dell’accordo indispensabile per coinvolgere i medici di medicina generale nella campagna vaccinale. L’incontro in Regione è fissato per stamattina, alle 11: tutti auspicano che si riesca a trovare una via d’uscita.

In Gran Bretagna i medici di medicina generale sono stati attivati lo scorso novembre. «Dall’8 dicembre al 5 marzo sono state vaccinate 21 milioni di persone: 20 milioni hanno ricevuto la prima dose, un milione anche la seconda. L’obiettivo è quello di arrivare, da aprile a maggio, a tre milioni di vaccinazioni a settimana per raggiungere i 53 milioni di vaccinati entro il 31 luglio» continua il medico udinese che da circa un mese sta gestendo un reparto Covid. La sua specializzazione in Pneumologia gli ha consentito di assumere il nuovo incarico. Ma torniamo alle vaccinazioni: «Qui – insiste Struzzo – dopo qualche ora di formazione, vaccinano anche i fisioterapisti, gli psicologi e gli assistenti, non vedo perché non dovrebbero farlo i medici di medicina generale. In effetti sono proprio i medici di base ad aver fatto tre quarti del lavoro e ad aver convinto a ripresentarsi il 70 per cento delle persone che in prima battuta avevano mancato l’appuntamento».

Il modello inglese punta sul coinvolgimento dei medici di base associati in «135 ambulatori di dimensioni adeguate per far confluire le persone senza creare assembramenti, ognuna di queste realtà ha vaccinato il 100 per cento degli over settanta di sua competenza, solo 17 hanno raggiunto percentuali intorno al 97 per cento» chiarisce Struzzo nel far notare che gli studi associati hanno un bacino di 100 mila abitanti e quindi vaccinano anche i pazienti dei colleghi che per ragioni logistiche non ce la fanno. Ma questo fatto non li esenta dall’impegno: «I medici di medicina generale che non sono coinvolti direttamente mettono a disposizione del sistema un pomeriggio a settimana e vanno ad aiutare i colleghi impegnati nelle vaccinazioni».

Anche in Gran Bretagna i medici di medicina generale ricevono un compenso per vaccinare la popolazione. «Ricevono – spiega Struzzo – 12,84 sterline oltre al passaggio di livello, attraverso il quale lo Stato gli garantisce una sorta di assicurazione nel caso di controversie. Da parte sua il medico deve ricontattare i pazienti convocati per lettera e fare in modo che si presentino all’appuntamento, devono anche vaccinare le fasce più deboli della popolazione, i disabili e gli anziani nelle case di riposo prive di personale sanitario».

E per incentivare i medici a vaccinare in tempi rapidi gli ospiti delle case di riposo, il sistema inglese ha previsto il pagamento di 30 sterline a paziente se il medico garantiva le vaccinazioni entro il 7 gennaio, 14 sterline per le dosi iniettate entro il 20 gennaio, successivamente la cifra è scesa a 10 sterline. Stiamo parlando di importi più alti dei sei euro proposti ai medici di medicina generale in Friuli Venezia Giulia. Pensando alla trattativa in corso in regione, il professionista udinese concorda con i colleghi friulani: «Sei euro è offensivo, non capisco perché la Regione non li ha coinvolti prima». 

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