Il Messaggero Veneto tra la sua gente
La riunione di redazione alla Fondazione Friuli con i lettori. Il direttore del gruppo Nem, Luca Ubaldeschi: “Fondamentale l’ascolto della comunità, uscire dalla nostra sede è un modo per dimostrare attenzione ai nostri lettori con l’intento di rinnovare quel patto di fiducia che si rinnova ogni giorno in edicola e per il quale sentiamo una grande responsabilità”

Per raccontare un territorio, come fa il nostro giornale, è indispensabile ascoltare la comunità o, meglio ancora, come ha precisato il direttore del gruppo Nem che riunisce sei quotidiani compreso il Messaggero Veneto, Luca Ubaldeschi, «sincronizzare il proprio respiro a quella della comunità in cui siamo inseriti».
Ed è con questo spirito che, ospiti della Fondazione Friuli nella ristrutturata sede di palazzo Antonini-Stringher di via Gemona, i giornalisti della nostra testata hanno condiviso con i lettori un momento fondamentale per la nascita del Messaggero Veneto, come quello della riunione.
«Ogni giorno, più volte al giorno, ci confrontiamo per decidere la gerarchia delle notizie e come distribuirle nel timone che si chiama così proprio perché stabilisce il numero di pagine che abbiamo a disposizione per l’edizione del giorno seguente – ha spiegato Ubaldeschi –. Abbiamo voluto mostrarvi il meccanismo che sta dietro le quinte della nascita di un giornale, ma non solo.
Siamo qui anche per ascoltarvi e uscire dalla nostra sede penso sia un modo per dimostrare attenzione ai nostri lettori con l’intento di rinnovare quel patto di fiducia che si rinnova ogni giorno in edicola e per il quale sentiamo una grande responsabilità».
Da qui la volontà annunciata dal direttore di proporre in futuro anche altre iniziative: «Vogliamo continuare a raccogliere il vostro parere e farvi sentire il giornale ancora più vicino».

Il sindaco Alberto Felice De Toni ha voluto sottolineare l’importanza del Messaggero Veneto per «la capacità di interpretare la città e raccontarla» e anche della nascita del gruppo Nem «che ho accolto con grande favore nella convinzione che sia importante riportare sul territorio istituzioni tenendo conto che molte, come le banche, sono sfuggite mentre la nascita di un gruppo moderno e avanzato nel settore dei media restituisce al Nord est un ruolo baricentrico.
Sarà importante portare avanti questa sfida editoriale in un periodo che per questo settore è di grande turbolenza anche tecnologica. La presenza di molti giovani in sala (i componenti della redazione del Messaggero Veneto scuola) è positiva e voglio approfittare per ricordare anche il lavoro del Consiglio comunale dei ragazzi».

Ai più giovani ha rivolto un pensiero anche Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli che da 25 anni sostiene l’iniziativa del Messaggero Veneto scuola: «Un progetto che contribuisce a raccontare la cronaca e la storia della nostra città. Non nascondo che tanti articoli scritti dai ragazzi mi hanno fatto compagnia e in alcuni casi mi hanno anche aiutato a prendere decisioni importanti perché sono convinto che la chiave di lettura dei più giovani sia importante per interpretare la realtà e immaginare quale direzione potrà prendere.
Il mio auspicio – ha aggiunto – è che i giovani leggano i quotidiani, è un momento culturale, sociale, formativo e di responsabilità».
Ed è proprio per dialogare in modo sempre più stretto con le nuove generazioni che oggi il Messaggero Veneto veicola le notizie in tanti modi.
«Oltre all’edizione cartacea – ha ricordato Ubaldeschi – e al sito siamo presenti sulle piattaforme social ma, a prescindere dal mezzo, sono convinto che a fare la differenza oggi sia la qualità dei contenuti ed è su questo che lavoriamo ogni giorno».

Coordinati dal vicedirettore Paolo Mosanghini i giornalisti del Messaggero Veneto hanno quindi raccontato le notizie del giorno: la redattrice del web Daniela Larocca ha riferito che tra le notizie più lette c’erano la festa per gli 80 anni di Mal e la visita a Udine di Amadeus, il capocronista Renato D’Argenio ha annunciato un servizio sulla nuova Ztl, la redattrice Alessandra Ceschia ha illustrato le 8 pagine di provincia mentre il vicecaporedattore Alberto Lauber insieme al vicecaporedattore Guido Surza hanno spiegato i motivi che portano una notizia a finire nel Primo piano, leggibile in tutte le edizioni.
In collegamento dalla redazione di Pordenone il vicecaporedattore Antonio Bacci e il caposervizio Antonio Zavagno hanno presentato alcuni approfondimenti poi rivisti assieme al vicedirettore Mosanghini.
«Perché – ha sottolineato Ubaldeschi – il giornale è in continua evoluzione. Non è una fotografia, ma un processo che cambia in base alle nuove notizie che possono arrivare o alla loro evoluzione. Soprattutto oggi che siamo inondati da notizie diventa fondamentale il processo di verifica e controllo».
A un lettore che gli ha domandato come capire dove sta la verità su argomenti che possono dividere l’opinione pubblica, il direttore ha risposto: «Andare in profondità e fornire più chiavi di lettura è la cosa migliore per mettere nelle condizioni i lettori di decidere con maggior consapevolezza».
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