Il messaggio di Mattarella e la morte inaccettabile di Lorenzo: il lavoro è dignità, la sicurezza è un diritto

Nella nostra Repubblica democratica, che del lavoro ha fatto il suo fondamento, l’accenno del Presidente nel giorno del suo insediamento al Quirinale a quanto accaduto a Lauzacco è diventato un riferimento nazionale e ha elevato Lorenzo a emblema della generazione che cammina verso il futuro, ma che inciampa nella preoccupazione e nell’incertezza

Paolo Mosanghini
FOTO PETRUSSI
FOTO PETRUSSI

UDINE. L’anticipazione della ricorrenza del Primo maggio nel nome e nel ricordo di Lorenzo, il ragazzo che la mattina del 21 gennaio è uscito di casa senza farvi più ritorno, vittima di un infortunio in fabbrica, ribadisce l’urgenza di garantire sicurezza nei luoghi di lavoro e il monito ad ambire a un futuro dove ci siano occupazione e regole da rispettare.

Nella nostra Repubblica democratica, che del lavoro ha fatto il suo fondamento, l’accenno del Presidente nel giorno del suo insediamento al Quirinale a quanto accaduto a Lauzacco è diventato un riferimento nazionale e ha elevato Lorenzo a emblema della generazione che cammina verso il futuro, ma che inciampa nella preoccupazione e nell’incertezza. Per questo la tappa del presidente Mattarella al centro professionale di Udine frequentato dal ragazzo ha assunto il significato di richiamo a un principio costituzionale imprescindibile: il lavoro è dignità, la sicurezza un diritto.

LA VISITA DEL PRESIDENTE IN FRIULI

Lorenzo – e con lui tutti coloro che sono morti sul lavoro è un faro acceso su quanto non deve mai accadere, ma è anche una ferita – un dolore lancinante e insuperabile per i suoi cari – che impone interrogativi al mondo dell’occupazione in evoluzione costante.

E allora la riflessione sul lavoro che è cominciata ieri in Friuli – una terra da cui tante testimonianze di imprenditoria e manodopera hanno avuto radice – si allarga alla politica, alla società, all’economia, e chiede un nuovo passo anche al sindacato per colmare tutti insieme quella condizione di «squilibri generazionali», ricordata dal presidente Mattarella, per riportare nei luoghi di lavoro passione, entusiasmo, sicurezza, voglia di imparare e di confrontarsi tra i giovani. E guardare al futuro con gli occhi di Lorenzo

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