Il ministro Azzolina copia la tesi di laurea e nel testo compare anche il Messaggero Veneto

UDINE. C’è anche un estratto del Messaggero Veneto, o meglio una risposta pubblicata nella rubrica della posta dei lettori materializzatasi 15 anni fa, tra i passaggi della tesi del neoministro dell’Istruzione Lucia Azzolina – conseguita all’università di Pisa alla Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana – finita nel mirino del quotidiano La Repubblica.
Il giornale, infatti, ha attaccato Azzolina spiegando come nel testo del ministro, di complessive 41 pagine, ampie parti siano frutto di un plagio, con la grillina che non ha né virgolettato i passaggi non suoi né citato, come si dovrebbe fare, la fonte. Il titolo della tesi è “Un caso di ritardo mentale lieve associato a disturbi depressivi” e uno dei brani contestati recita, testualmente, che «l’espressione ritardo mentale ha sostituito tutta quella nomenclatura (oligofrenia, insufficienza mentale, frenastenia, idiozia, deficienza mentale) con cui ci si riferiva ad un difetto dell’intelligenza dipendente da un insufficiente sviluppo o da un rallentamento delle capacità intellettive per cause prenatali (ereditarie, congenite), perinatali e postnatali, di diversa natura».
Ora, questo testo, come fa notare La Repubblica, riprende quasi alla lettera un passaggio della voce “ritardo mentale” contenuta nel “Dizionario di psicologia” di Umberto Galimberti, la cui prima edizione è del 1992, mentre nella seconda uscita nel 2006 – sempre per Utet – vennero ampliate tre voci e ne furono aggiunte altrettante.
Non soltanto, però, perché, come accennato, il brano è facilmente reperibile in rete, filtrato da qualche fonte intermedia, come, appunto, il Messaggero Veneto. Il 4 aprile 2005, infatti, il nostro giornale pubblicò la risposta di uno psicoterapeuta, il professor Paolo Veronese, a una domanda di una lettrice che chiedeva «se uno di intelligenza ne ha poca, e si è visto che lo si può appurare, deve essere considerato un ritardato mentale? E che cos'è esattamente che viene definito come ritardo mentale?».
Veronese, nella sua lunga risposta, partiva proprio dal “Dizionario di psicologia” utilizzando le seguenti parole: «nella revisione della nomenclatura psichiatrica l’espressione di ritardo mentale ha sostituito tutti quei termini (oligofrenia, insufficienza mentale, frenastenia, ipofrenia, deficienza mentale) con cui ci si riferiva a un difetto dell’intelligenza dipendente da un insufficiente sviluppo o da un rallentamento della capacità cognitive e intellettive per cause prenatali (ereditarie, congenite, perinatali o postnatali di diversissima natura)». Praticamente le stesse frasi, appunto, di quelle utilizzate dal ministro dell’Istruzione nella sua tesi in terra toscana.
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