Il monaco esorcista di Pordenone: "Sette sataniche e diavolo? Il male è anche tra noi"

PORDENONE. Il rosario, la compieta cantata, la confessione, la messa. Due ore e poi la preghiera di «liberazione da ogni male», invocando la Madonna e i fondatori dei monaci vallombrosani, san Benedetto e il beato Giovanni Gualberto.
Il santuario della Madonna delle Grazie il venerdì sera è meta di decine di fedeli: «Per la messa di benedizione, celebrata col permesso del vescovo. Non esistono messe di liberazione: ogni messa celebrata da chiunque e in qualsiasi luogo è Cristo che libera dal peccato».
A parlare è uno dei tre esorcisti della diocesi, don Luca Bernardo Giustarini, priore del monastero e parroco delle Grazie. Al termine del rito – venerdì sono state ricordate anche le vittime del terrorismo – il celebrante benedice uno a uno tutti i fedeli.
Alcuni mostrano oggetti o foto dei propri cari: «Chiamiamola devozione. È un legame psicologico tra la chiesa e i familiari che magari non frequentano». Non è esorcismo: quello viene compiuto il pomeriggio, in privato: «Una volta in dieci non riuscivano a trattenere una persona».
Come distinguere un posseduto?
«Il diavolo non è presente a ogni crocicchio. Da parte del sacerdote incaricato ci vuole tanta prudenza. È necessario, prima del cosiddetto esorcismo maggiore, che ci sia un referto dello psichiatra e solo dopo che ha certificato questi fenonemi non spiegabili dalla scienza, allora il sacerdote interviene.
La persona deve manifestare prima di tutto avversione al sacro. Poi, parlare lingue sconosciute, svelare cose occulte, sempre che Dio lo permetta».
Ce ne sono anche qui?
«Si, ma sono pochi».
È faticoso il rito dell’esorcismo?
«Quello maggiore si. Devi avere una grande concentrazione dopo avere pregato molto, fatto penitenza, e poi non entrare mai in dialogo con il diavolo, come Gesù ci insegna nel Vangelo. Fare troppe domande porta su una via sbagliata: occorre attenersi al rituale, senza aggiungere altro.
Il sacerdote deve avere una ferrea obbedienza alle leggi della chiesa: se non è obbediente lui, al suo vescovo, come può sconfiggere quello che è disobbediente per sua natura?».
Gli italiani...
«Vanno a cercare da fattucchiere, medium, cartomanti e compagnia, nel mondo esoterico o delle filosofie orientali, risposte: nei posti sbagliati».
L’alternativa?
«Combattere la superstizione, che è un peccato gravissimo, e la curiosità. Tanti frequentano questi posti perché sono curiosi. Cosa mi accadrà? Vincerò? Vuol dire che la gente non si fida più di Dio, che vuol dire farsi condurre da lui.
Molti pensano: vado dal prete, prendo la benedizione e sono a posto. Non è vero: la benedizione è efficace se nell’anima c’è la grazia di Dio. Ma se non ti confessi mai, non fai la comunione, non preghi, non ami i fratelli ne puoi pigliare cento di benedizioni, ma non cambia niente».
Nel mondo c’è del bene?
«Certo, e più grande del male. Il male fa fracasso, il bene è umile. Solo chi è attento a Dio percepisce il bene, perché il bene è degli umili. Chi non lo è, pensa che nel mondo ci sia solo il male»
Le sette sataniche...
«L’adorazione del demonio è un fenomeno che sta sorgendo anche in Friuli. Ne sono attratti gli adolescenti, come una calamita. Per esperienza, a scuola se parla di religione nessuno ascolta, se arriva l’esorcista e parla del diavolo, tutti con le orecchie dritte. C’è una ricerca spasmodica di ciò che è occulto e satanico ed è molto pericoloso».
Un consiglio ai genitori.
«Attenzione alle amicizie dei figli, controllo di internet e telefonino, preoccuparsi quando l’adolescente comincia a rifiutare il mondo della religione e ascolta rock satanico con messaggi subliminali, attenzione alla droga. Tante volte la curiosità, specie attraverso la tecnologia, è molto subdola e pericolosa».
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