Il mondo dell’atletica in rivolta: no ad altri sport nel Palaindoor

Vecchiato, il tecnico della polisportiva Malignani, lancia l’allarme: così si declassa a palestra Ma l’assessore Basana insiste: trattandosi di una struttura costosa ha senso che sia utilizzata da tutti
Di Giacomina Pellizzari
Udine 17 ottobre 2014 palaindoor Copyright Petrussi Foto Press Turco
Udine 17 ottobre 2014 palaindoor Copyright Petrussi Foto Press Turco

Il mondo dell’atletica è in rivolta. Non accetta di avere tra le vie Torino e del Maglio un impianto dedicato, unico nel suo genere in regione, come il palaindoor, e di non poterlo utilizzare a tempo pieno perché troppo spesso viene utilizzato per garantire altre pratiche sportive. «Nel bel mezzo delle competizione nazionali ed europee e stato assegnato alla pallacanestro e alla scherma. Il Comune sta declassando il palaindoor, vuole trasformarlo in una palestra» tuona il veterano olimpico, Mario Vecchiato, in qualità di tecnico della polisportiva Malignani, la società che fino al 31 dicembre gestirà l’impianto e che a ogni olimpiade vede scendere in pista uno dei suoi atleti. «Se continueranno a creare questi problemi consegneremo le chiavi al sindaco» insiste Vecchiato, mentre l’assessore allo Sport, Raffaella Basana, conferma: «Nel prossimo bando di gestione saranno favorite le progettazioni che prevedono altre attività quando il calendario dell’atletica lo consente».

Questo è il punto. L’amministrazione di palazzo D’Aronco sta predisponendo il bando di gara per l’affidamento della gestione triennale. «Un bando - spiega sempre l’assessore - che pur mantenendo la vocazione primaria del palaindoor non può escludere l’utilizzo polifunzionale dell’impianto». Ed è proprio l’utilizzo polifunzionale a preoccupare Vecchiato che senza esitazioni passa all’attacco: «Tutto il mondo dell’atletica udinese è preoccupato perché, ma questo è solo un esempio, nell’ultimo anno per due mesi l’impianto è stato utilizzato solo dalla pallacanestro e per altre tre, quattro settimane solo dalla scherma». In questi periodi, l’atletica leggera impegnata nei campionati italiani ed europei, ha subìto più di qualche disagio.

«Abbiamo gare tutto l’anno, ma nonostante ciò nel 2013 l’impianto è rimasto chiuso un mese proprio quando avevamo i campionati indoor di Ancona e i campionati italiani dei lanci lunghi» insiste Vecchiato dall’alto della sua esperienza non senza bocciare questo modello di gestione. «Anche in quell’occasione abbiamo dovuto arrangiarci senza poter allenarci in modo ottimale» aggiunge il tecnico prima di ribadire: «Nell’unico impianto indoor della regione si allena chi non pratica l’atletica leggera». E ancora: «Stiamo parlando di un impianto eccezionale, realizzato sette, otto anni fa, ma da allora non è mai stato messo un chiodo».

Inutile dire che siamo di fronte a un vero e proprio braccio di ferro tra il Comune e il mondo dell’atletica sulla gestione del polo di atletica leggera. E se la polisportiva Malignani batte i pugni sul tavolo, l’assessore non è da meno. «La nostra linea resta quella di lavorare compatibilmente con il calendario dell’atletica perché il bando prevede l’utilizzo polifunzionale dell’impianto» ribadisce Basana nel far notare che Udine non può permettersi di mantenere un impianto costoso come il palaindoor a uso esclusivo dell’atletica leggera. Allo stesso modo, l’assessore ricorda che il Comune mette a disposizione del palaindoor e del campo esterno Dal Dan un contributo di circa 130 mila euro all’anno.

Il palaindoor è stato inaugurato nel 2007 dalla campionessa olimpica di salto in alto, Sara Simeoni. Con il Dal Dan forma il polo atletico udinese. Voluto dall’allora assessore allo Sport, Faustino Anzil, per dare una risposta agli oltre 500 atleti che militano nelle associazioni udinesi e che sollecitavano la sua costruzione dal 1996, l’impianto è costato cinque milioni di euro.

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