Il museo etnografico di Udine sta per riaprire dopo vent’anni
Il taglio del nastro previsto per il 22 ottobre. I reperti principali appartengono alle collezioni Perusini, D’Orlandi e Nicoloso Ciceri Molti cittadini stanno contattando i civici musei per mettere a disposizione oggetti di loro proprietà

UDINE.
Dopo quasi 20 anni riapre al pubblico il museo etnografico del Friuli. Migliaia di reperti stanno per uscire dai cassetti dove sono stati depositati nel 1994 anno in cui ha chiuso i battenti palazzo Maniago, in via Viola. Dal 22 ottobre, infatti, i reperti collezionati da Gaetano Perusini, Lea D’Orlandi e Andreina Nicolosi Ciceri saranno esposti nei tre piani di palazzo Giacomelli, in via Grazzano, ex sede del museo friulano di storia naturale.
Il taglio del nastro del nuovo museo è un evento molto atteso non solo dagli storici che in tutti questi anni hanno continuato a sollecitare la riapertura del contenitore culturale, ma anche dalla cittadinanza. Lo conferma il fatto che molte persone, proprio in questi giorni, stanno contattando la direzione dei civici musei per mettere a disposizione del nuovo museo alcuni oggetti che hanno conservato nel tempo. Oggetti che oggi contribuiscono a integrare gli allestimenti di palazzo Giacomelli.
Il museo etnografico sarà distribuito su tre piani dove sono stati creati spazi espositivi permanenti e a rotazione. A farla da padrone saranno i reperti, opportunamente selezionati, delle collezioni Ciceri e Perusini. Complessivamente saranno esposti più di mille oggetti. Senza contare le cassettiere con le varianti tessili e i pizzi. «Il piano terra – spiega la conservatrice Tiziana Ribezzi – è tutto giocato sulla simbologia del fuoco, mentre nei piani superiori i temi portanti sono le tracce del sacro e la cultura del vestire». Tutta la parte del mobile della collezione Ciceri sarà esposta, invece, a rotazione per consentire al pubblico di apprezzare tutti i pezzi raccolti dalla studiosa.
«Abbiamo cercato di mantere l’organicità tra i piani creando, nello stesso tempo, percorsi trasversali» fa notare il direttore dei civivi musei, Marco Biscione, ricordando che in ogni sala saranno a disposizione i video illustrativi ai quali si aggiungeranno i laboratori per i bambini. «I musei etnografici – continua Biscione – sono musei difficili da allestire proprio perché gli oggetti esposti sono fatti per essere usati e quindi diventano elemento di un racconto». L’obiettivo del direttore, comunque, resta quello di creare un museo aperto in grado di dialogare con le scuole e l’università.
Con l’apertura del museo etnografico del Friuli, l’assessore alla Cultura, Luigi Reitani, aggiunge un tassello importante nel sistema museale cittadino. «Stiamo proseguendo lungo il percorso che a breve vedrà anche l’apertura di Casa Cavazzini» sottolinea Reitani convinto che il museo etnografico sarà un luogo interessanti per tutti coloro che vorranno saperne di più e studiare la cultura friulana.
Un luogo reso accogliente anche dagli arredi studiati da un gruppo di lavoro composto dall’assessore Gianna Malisani, e dagli architetti Lorenzo Agostini, Rudi e Piccin, affiancati da Francesco Messina. «Abbiamo lavorato sulla funzionalità degli elementi» spiega Malisani soffermandosi su alcune idee originali come i velari in tessuto che riportano il marchio del museo, ispirato al punto croce del ricamo, e segnano graficamente gli interni.
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