Il neo prefetto Lione: «Mi metterò al servizio dei pordenonesi»

Quando l’altra sera il consiglio dei ministri ha ufficializzato la sua nomina-promozione a prefetto di Pordenone, era in ufficio. Aveva appena terminato una riunione sull’emergenza Covid-19.
«Non lo sapevo, magari qualcuno ci spera, per me è stata una sorpresa che mi ha comunicato il prefetto Sandro Lombardi. E sono molto onorato di questa nomina». Domenico Lione, 58 anni, come un giorno qualsiasi («la vita continua»), anche ieri era nel suo ufficio di vicario del Commissariato del Governo per la Provincia di Trento dove era arrivato il 17 aprile 2014. La data del suo insediamento al vertice della prefettura di Pordenone non è stata fissata: lo farà il ministero dell’Interno e sino a quel momento resterà nel suo attuale ufficio. Almeno per tutta la prossima settimana perché, dice, «ci sono pratiche da portare avanti e da chiudere».
Messinese di origine, laureato in giurisprudenza nel 1987, vive a Treviso – terra che ha visto peraltro transitare da Pordenone numerosi prefetti – con la famiglia: i figli studiano Medicina a Trieste e Giurisprudenza a Trento.
«Sarà la mia prima volta a Pordenone», dice, pur avendo legami con questa terra, in particolare «col vicario Alessandra Guerra e con il questore Marco Odorisio». Conosce entrambi da molti anni: con la prima aveva iniziato la carriera, col secondo, pur in ruoli diversi, le strade si incrociarono a Venezia.
Pordenone? «Dalle notizie che ho è una realtà molto viva a livello industriale e sociale, economicamente forte. Comparandola con le realtà venete, potremmo dire che si avvicina ai contesti trevigiano e vicentino». Che conosce molto bene, avendo sviluppato la carriera tra Veneto e Trentino.
Sarà un prefetto «a supporto e intesa con le autonomie territoriali. Il nostro ruolo è sempre accanto agli enti locali». La cui macchina conosce molto bene essendo stato varie volte commissario straordinario.
Nel suo curriculum figura più volte la direzione dell’area Ordine e sicurezza pubblica: «È un ruolo di coordinamento delle forze di polizia sul territorio. Accanto ai sindaci, un ruolo molto di rete».
A Trento, negli ultimi anni, affiancando il prefetto ha gestito l’emergenza richiedenti asilo, d’intesa con la Provincia, con le relative problematiche che si sono affacciate anche nel Friuli occidentale.
La data di insediamento non è stata fissata: «Lo farà il ministero, il prossimo mese. La prossima settimana sarò ancora al lavoro a Trento». Poi, raccoglierà l’eredità di Maria Rosaria Maiorino: «Sarò al servizio dei pordenonesi, non c’è dubbio», anticipa. «Cercheremo di gestire le varie problematiche in rete, accanto agli enti territoriali. Ho sempre creduto – e questo avviene anche ora in tempo di pandemia – che i problemi si risolvono insieme». —
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