«Il nonno è in ospedale». E non pagano il conto in albergo

Si sono presentati in albergo spiegando di essere arrivati in città per assistere il nonno, gravemente malato e ricoverato in ospedale, al Santa Maria della Misericordia. E ogni volta che i titolari del Ramandolo gli hanno chiesto un anticipo sulle spese si sono giustificati dicendo che non avevano contanti essendo partiti in tutta fretta, ma che attendevano un imminente pagamento. Inutile dire che il pagamento non è mai arrivato e che i cinque se ne sono andati senza saldare il conto. Un conto piuttosto salato visto che i cinque hanno alloggiato all’hotel Ramandolo per un mese intero, dall’8 novembre 2007 all’8 dicembre dello stesso anno. Tra pernottamenti, pranzi e cene, il 36enne Mosé Bucci e il 27enne Davide Bucci, entrambi di Cerignola in provincia di Foggia, hanno accumulato un debito di 4.930 euro. Al momento di saldare il conto però i due, in compagnia di altri tre familiari, sono spariti e non si sono più fatti trovare.
A Udine infatti non c’era nessun nonno malato da assistere, ma soltanto la speranza di trovare un lavoro che probabilmente non è andata a buon fine. Così, finita la “vacanza”, sembra che le due famiglie siano rientrate a Foggia. Ma Luigina Dri, che gestisce l’hotel insieme al fratello Paolo, ha presentato denuncia e ieri il giudice monocratico del tribunale di Udine, Mariarosa Persico, ha condannato Mosé e Davide Bucci a due mesi di reclusione. Il vice procuratore onorario Giovanna Schirra aveva chiesto una condanna a tre mesi.
«Purtroppo - dice Paolo Dri - non è la prima volta che ci capitano casi del genere. Solo quest’anno ho già presentato altre tre denunce. La nostra è una categoria a rischio. A volte ci lasciano carte di credito a garanzia che poi non risultano avere alcuna copertura. Perché non ci siamo costituiti parte civile? Perché avremmo dovuto pagare anche un avvocato e le possibilità di recuperare i nostri soldi erano comunque minime».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto