Il papà: «Federico non ha mai fatto uso di droghe»
SAN VITO. «Mio figlio era un bravo ragazzo, nessun problema con la droga. I suoi amici ce lo hanno detto e ribadito in questi giorni. E non doveva neppure andare a quel rave party a San Vito al Tagliamento».
Tre giorni dopo la tragedia che ha colpito il figlio Federico di 19 anni, di Martellago, parla il papà Raffaello Diana.
È stato un inizio di settimana tremendo, partito dalla notte tra sabato e domenica quando alla famiglia è arrivata la notizia del decesso di quel ragazzo definito da tutti come un tranquillo, sempre sorridente. Invece qualcosa è successo durante la notte, tanto da stroncargli la vita per un presunto mescolamento di alcol e stupefacenti assunti durante la festa nel Pordenonese.
L’autopsia eseguita martedì pomeriggio sul corpo del giovane ha riscontrato un edema polmonare compatibile con una overdose. Il quadro generale, comunque, non è ancora completo perché tra qualche giorno arriverà l’esito degli esami tossicologici.
Intanto ci sono un papà e una mamma che piangono quel loro unico figlio. «Lavorava 12 ore al giorno – continua nel racconto il padre ingegnere – e non faceva uso di droghe. Gli piaceva fare sport, quello sì, oltre a frequentare la palestra e andare in bicicletta: ricordo ancora quei suoi giri con direzione Montello. Ci hanno amareggiato alcuni giudizi letti nei giorni scorsi senza che si conoscessero i fatti».
In merito a quanto avvenuto sabato, per una fatalità c’è stato un cambio di programma all’ultimo momento, perché l’idea iniziale era di quello di fare altro, ovvero andare a una serata musicale in provincia di Brescia. Poi un contrattempo ha fatto saltare i piani e Federico si è ritrovato a San Vito al Tagliamento.
«Doveva recarsi in Lombardia – spiega il paddre –, ma poi si era tardato a comprare il biglietto della navetta e non ha trovato più un posto a disposizione. Era da tempo che si organizzava, ma è successo il disguido. Alla fine è uscita la proposta di andare in provincia di Pordenone, assieme a tre ragazze e un ragazzo, suo coetaneo. Hanno insistito, anche perché mio figlio era l’unico ad avere la patente. Non siamo affatto convinti che abbia assunto quella roba in modo volontario e non è la prima volta che si sente di ragazzi vittime di bicchieri mescolati».
Federico, dopo avere abbandonato la scuola professionale Berna di Mestre, aveva cominciato ad affiancare nell’attività un po’ il padre e un po’ persone di un’altra ditta. Ma tutti avevano una buona opinione sul suo conto.
«Certo non amava i libri – continua il genitore –, ma era un grande lavoratore». Resta ancora da stabilire la data del funerale. Non sarà celebrato a Martellago nella chiesa di San Marco nell’omonimo viale di Mestre, nel luogo dov’era stato battezzato.
A Mestre il giovane aveva molti amici e per l’ultimo saluto si prevede un grande afflusso di fedeli. Se il nulla osta dovesse arrivare oggi, il rito dovrebbe essere celebrato domani, alle 15.30, altrimenti slitterebbe a sabato.
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