Il parroco di Vito d'Asio: «Vandalismi in chiesa»

A Pozzis sparito un pannello fotovoltaico e bloccata la serratura. Ignoti anche in canonica ad Anduins

VITO D’ASIO. Bravata, inspiegabile dispetto o tentativo di furto andato male? Se lo chiedono i fedeli della Val d’Arzino, dopo aver saputo dell’ennesimo atto sacrilego nella chiesa di Pozzis, borgata in comune di Verzegnis ma ecclesiasticamente sotto la parrocchia di San Francesco d’Assisi di Pielungo, disabitata dal dopoguerra e “recuperata” grazie all’impegno del sacerdote alla guida delle parrocchie della Val d’Arzino-Val Cosa, don Italico Josè Gerometta, e di alcuni volontari.

«Domenica scorsa ero a Pozzis per celebrare messa. Sono stato informato dai parrocchiani che è stato sottratto nei giorni precedenti un piccolo pannello fotovoltaico utilizzato quale fonte di alimentazione per una lampada votiva della chiesetta» spiega don Gerometta, tanto stupefatto quanto amareggiato per l’accaduto.

«Il punto è che non si tratta di un singolo episodio» osserva, ricordando come, la scorsa primavera, qualche buontempone («In vena di scherzi, voglio sperare») aveva introdotto dei fili di ferro nella serratura della porta di ingresso alla chiesa per impedirne l’accesso.

Qualcun altro aveva scassinato l’offertorio («All’interno potevano esserci pochi spiccioli») causando non poco danno. «Per non parlare del fatto che, tempo addietro – ricorda – ci siamo ritrovati fuori della chiesa un biglietto con su scritto “la chiesa non è vostra”: un messaggio che sa tanto di sfida».

«Ciò che più dispiace e che gesti di spregio come questi – denuncia don Italico – profanano un luogo sacro e distruggono le fatiche di quanti, negli ultimi anni si sono impegnati, e continuano a impegnarsi, per ridare vitalità alla borgata».

Una settimana, la scorsa, da dimenticare per don Gerometta. Qualcuno ha messo a soqquadro la canonica ad Anduins: «Sono entrati, hanno ribaltato i registri parrocchiali alla ricerca di chissà cosa senza rubare nulla». Don Gerometta non nasconde la preoccupazione: «Non sono stati rinvenuti segni di effrazione».

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