Il Pd in ripresa accetta la sfida di Salvini, ma non elegge alcun rappresentante

L’esito delle urne visto dai rappresentanti dem. De Monte amareggiata. Shaurli: al lavoro per ricreare un’alternativa  
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UDINE. Un saldo di oltre 128 mila voti, corrispondenti al 22,2% dei consensi, ovvero 4 punti percentuali in più delle regionali e delle politiche del 2018, ma circa la metà dei 241 mila voti delle europee 2014, non bastano al Pd del Friuli Venezia Giulia per eleggere un rappresentante al Parlamento Ue.

Nonostante il successo personale della uscente Isabella De Monte, il cui nome è stato scritto su ben 41 mila 400 schede, contro le 25 mila 252 di Elena Lizzi, la leghista che andrà in Europa insieme al compagno di partito Marco Dreosto e al pentastellato Marco Zullo che di preferenze ne ha raccolte solo 15.960.


E dunque: successo oppure no per il Pd? L’analisi più lucida probabilmente è quella di Sergio Bolzonello, capogruppo del Pd in consiglio regionale, che invita a fare bene i conti e, soprattutto, i confronti. Detto di ciò «certamente confermiamo di essere l’unico polo alternativo a Salvini e alla Lega. Ora dovremo lavorare per organizzare qualcosa di più ampio e soprattutto per smascherare le bufale che i partiti di Governo stanno raccontando».

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Tolmezzo 26 Maggio 2019. Elezioni Europee 2019 e Comunali. Seggio di Tolmezzo.© Foto Petrussi


«Ringrazio le oltre 41mila persone che mi hanno rinnovato la loro fiducia. La mia mancata rielezione al Parlamento europeo ha ovviamente un gusto amaro, ma ciò non mi impedirà di continuare a impegnarmi in politica e lottare per un’Europa migliore e più forte con rinnovato slancio», è la dichiarazione di Isabella De Monte.

«Il risultato ottenuto dal Pd a livello nazionale è soddisfacente, dove il partito tiene rispetto alle politiche del 2018, mentre a Nordest e in Fvg il Pd si conferma seconda forza politica. Inoltre le mie preferenze in termini percentuali rispetto ai voti del partito sono in linea con quelle del 2014, e sono la conferma della fiducia dell’elettorato nel mio lavoro, di cui sono orgogliosa».

Un grazie agli elettori anche da Furio Honsell, scelto da 28.257 persone, che ringrazia anche «chi ha promosso e sostenuto la mia candidatura, come Pd, Art. 1-MdP e Open Fvg. Spero nessuno si dispiaccia oggi. Io sono molto soddisfatto della campagna che ha permesso di promuovere tante idee positive sul lavoro, l’ambiente, la salute, l’Europa. Sono anche soddisfatto per aver restituito all’ideale di Europa tutto quello che ho ricevuto come ricercatore, come rettore, e come sindaco. E che ho cercato di trasmettere a studenti e cittadini. Fossi rimasto a guardare senza partecipare, oggi mi sentirei di non aver perso solo una carica ma anche la dignità».

«Salvini ha indicato nel Pd l’avversario. Bene, noi ci siamo e accettiamo la sfida, con le nostre idee e la fiducia che ci hanno dato milioni di donne e uomini. L’uomo solo al comando è un rischio per il Paese, con o senza la stampella del M5s. Adesso vince e l’unica buona nuova è che ha promesso di andare al lavoro al ministero. Noi ci faremo trovare pronti sulle scelte vere per il futuro dell’Italia». Così il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli.

«In Fvg la maggioranza di centrodestra con il traino di Salvini rimane sostanzialmente alle regionali dello scorso anno. Il Pd cresce complessivamente in modo significativo. Il M5s è inconsistente e Forza Italia, ampiamente rappresentata in giunta regionale, viene superata da Fratelli d’Italia. Noi invece ci siamo, con una comunità politica che deve continuare a lavorare, per recuperare l’insoddisfazione di tanti elettori e – conclude Shaurli – rappresentare un’alternativa per i tanti che non si sono recati alle urne».

«Rammarico per Isabella De Monte – lo esprime Salvatore Spitaleri, componente della direzione regionale Pd – che nonostante il successo personale di preferenze non riesce ad essere confermata. La seconda considerazione riguarda il Pd che, da un lato ferma l’emorragia e inverte il trend e inizia a ricostruire una base per l’opposizione. Infine una forte preoccupazione legata al risultato elettorale complessivo europeo, perché questo non faciliterà i rapporti dell’Italia con la Ue».

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Per Debora Serracchiani, vicepresidente Pd, «da oggi per l’Italia comincia una partita del tutto nuova: la Lega diventa padrona del governo e detterà l’agenda, ma avrà anche la responsabilità di fare la finanziaria. Da quanto comincia a dire Salvini, l’ipotesi di uno strappo violento con l’Europa diventa sempre più concreta e i conti ancora più a rischio. Il voto assegna al Pd il preciso compito di costruire, a partire dalla lista unitaria, un’alleanza sempre più larga e inclusiva. C’è spazio per crescere ancora».

Infine Ettore Rosato, vicepresidente della Camera dei Deputati, indica la priorità: «Ora abbiamo un altro obiettivo, quello di recuperare il gap con la Lega, un gap costruito sulle menzogne e sulla capacità di Salvini di promettere di tutto a fronte di una incapacità di governare».

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