Il Pd ordina ai candidati: dimissioni se avvisati

Serracchiani invita i suoi a firmare un impegno e a ritirarsi se saranno indagati. La democratica sottoscrive l’appello “Facciamolo” per il governo nazionale
Udine 01 febbraio 2013.Tribunale di Udine. Incontro degli avvocati del triveneto con l' europarlamentare e candidata del PD alla regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 01 febbraio 2013.Tribunale di Udine. Incontro degli avvocati del triveneto con l' europarlamentare e candidata del PD alla regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. Debora Serracchiani ieri ha riunito di nuovo i cinque consiglieri regionali uscenti del Pd. A loro ha messo in mano i documenti per l’accettazione della candidatura e ha chiesto un altro, l’ultimo, esame di coscienza. Le inchieste sull’utilizzo dei soldi assegnati ai gruppi non lascia tranquillo nemmeno il centrosinistra. E allora Serracchiani, candidata alla presidenza della Regione, gioca un’inedita carta e diventa ancora più severa rispetto al codice etico del Pd. Perché se uno dei cinque confermerà la propria intenzione a correre, ma in un momento qualsiasi sarà raggiunto da un avviso di garanzia, dovrà dimettersi. Un documento che a ieri i cinque uscenti non hanno ancora sottoscritto.

Linea dura

Serracchiani affida il suo proposito a Twitter. Sono più o meno le 17 del pomeriggio e lei deve ancora incontrare i democratici uscenti. E “cinguetta” così: «I nostri candidati al Consiglio regionale dovranno sottoscrivere un impegno a dimettersi in caso siano raggiunti da avvisi di garanzia». Qualcuno le chiede anche se il passo indietro dovrà essere dal partito o dal Consiglio. Lei replica: dal Consiglio. Attorno alle 18.30 incontra i consiglieri regionali pronti a correre Mauro Travanut, Franco Codega, Daniele Gerolin,Enzo Marsilio e Franco Iacop. Loro sono tra quelli che hanno ricevuto risposta dal Tribunale di Trieste rispetto alla posizione nell’inchiesta, cioè hanno compilato il famoso “modello 335” e l’esito è negativo, non sono cioè tra i 19 consiglieri regionali indagati dalla Procura per peculato. L’indagine però non è chiusa. Serracchiani, gli “inquilini” del palazzo regionale, i candidati lo sanno. E più d’uno è preoccupato. L’idea della candidata, quindi, è di rendere più rigido il codice etico in Fvg. Perché quello nazionale prevede le dimissioni dal ruolo che si ricopre in quel momento se, e solo se, colpiti da un rinvio a giudizio. Serracchiani, invece, propone il passo indietro se raggiunti da un avviso di garanzia, fase precedente al rinvio a giudizio e che, comunque, non significa nè imputato nè condannato.

La difesa dei cinque democratici

Ripetono Travanut, Iacop, Codega, Gerolin e Marsilio che loro proprio sono estranei a tutti gli acquisti “disinvolti” e alle spese sospette emerse nell’ultima settimana. Ci penseranno ancora, ma rinunce sembrano difficili. Le liste però restano ancora congelate e così sarà almeno fino a domani. Poi sabato il Pd dovrebbe depositare gli elenchi con gli aspiranti consiglieri regionali.

Serracchiani per “Facciamolo”

Anche la candidata a goverantore ha sottoscritto l’appello “Facciamolo” per il governo nazionale, appello promosso da Michele Serra insieme a Roberto Benigni, don Luigi Ciotti, Oscar Farinetti, don Andrea Gallo, Lorenzo Jovanotti, Carlo Petrini, Roberto Saviano, Salvatore Settis e Barbara Spinelli. «L’Italia – dice Serracchiani – ha bisogno di un governo che si metta al lavoro presto e bene. Questa è una necessità anche per il Fvg che patisce in modo particolare l'assenza di un interlocutore saldo e affidabile a Roma. Tra poco la nostra Regione avrà un nuovo presidente e una nuova giunta che dovranno fronteggiare terribili tagli di bilancio e, oltre ai problemi sociali che già ci sono, quelli peggiori che si profilano se non faremo nulla. Patto di stabilità, infrastrutture, ridiscussione di compartecipazioni e competenze, sono solo alcuni dei nodi che dobbiamo aggredire il prima possibile.

Senza governo non si può». Serracchiani poi tende la mano al M5S, per l’Italia e per il Fvg. «Senza governo non si può nemmeno cominciare a discutere concretamente dei temi su cui insiste anche il M5S, come – sostiene Serracchiani – le urgenze sul fronte sociale e del lavoro. Anche nel mio programma per il Fvg ci sono un dettagliato taglio ai costi della politica e il reddito di cittadinanza su cui spero potremo discutere assieme in Consiglio regionale».

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