Il Pd vuole chiarezza sul caso Picchione

Interrogazione di Rosato: intervenga il Governo. La Corte dei conti archivia l’esposto dell’Ance: nessun danno erariale

TRIESTE. «Il Governo faccia chiarezza sull’operato della Soprintendenza Fvg, per scongiurare la paralisi degli investimenti pubblici e privati». Lo chiede il deputato Pd Ettore Rosato, che firma un’interrogazione presentata, con altri 3 deputati Pd, al ministro dei Beni e delle attività culturali Massimo Bray, dopo l’apertura dell’inchiesta per abuso d’ufficio del pm Federico Frezza nei confronti della dirigente della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici Fvg Maria Giulia Picchione.

Intanto, il procuratore della Corte dei conti Maurizio Zappatori archivia l’esposto presentato dall’Ance contro la stessa funzionaria che si è vista annullare 7 dinieghi dai giudici del Tar.

Il provvedimento di archiviazione del procuratore Zappatori per mancanza di dolo o colpa grave porta la data dello scorso 25 giugno ed è stato notificato proprio ieri. In pratica non sono stati rilevati i presupposti di danno erariale in quanto, secondo il procuratore Zappatori, non basta un provvedimento di annullamento del Tar per attribuire una responsabilità da parte della soprintendente. Questo anche perché la sentenze del Tribunale amministrativo regionale al centro dell’esposto stesso possono anche essere impugnate davanti al Consiglio di Stato.

Nell’esposto a firma dell’ingegner Valerio Pontarolo era stato rilevato il respingimento dell’80% dei progetti presentati, per un totale di 500 milioni di lavori in tutta la regione. Nel documento, ritenuto comunque fondamentale nelle indagini del pm Frezza (anche se archiviato dalla procura contabile), si parla di «sistematica adozione di provvedimenti di diniego che hanno reso impossibile l’investimento privato progettato».

Si rappresentava in particolare «l’effetto dannoso per l’intero sistema economico regionale dopo l’assunzione di responsabilità apicale da parte dell’architetto Picchione». Non solo. Si parlava esplicitamente di opposizione ingiustificata dell’Amministrazione dello Stato per gli evidenti riflessi di non sostenibilità dei costi derivanti dalle gravose e vessatorie prescrizioni e limitazioni esecutive.

Si era creata - secondo Pontarolo - una situazione tale da condurre alla rinuncia dell’investimento. Le sentenze riportate nell’esposto «per la denuncia di danni erariali» sono quelle relative a “Sp 12 srl”, a “Giampietro Del Piero”, a “Castello di Buttrio”, a “Sp 10 srl”, a “Opera costruzioni srl”, a “Cierre srl”, ad “Amilcare Berti”. «Noi vogliamo tutelare l’ambiente. La burocrazia – aggiunge Pontarolo – deve essere al servizio dei cittadini».

«La tutela del nostro patrimonio artistico e architettonico è irrinunciabile, ma – scrive Rosato nell’interrogazione – è altrettanto doveroso che la pubblica amministrazione non impedisca in modo arbitrario gli investimenti privati in questa fase di crisi economica. Un’interpretazione forzatamente restrittiva della normativa sul rilascio delle autorizzazioni – aggiunge il deputato – rischia di avere pesanti conseguenze economiche e occupazionali sul comparto costruzioni, già duramente colpito dalla crisi».

Rosato, che nella scorsa legislatura aveva già presentato al Governo un’interrogazione, senza risposta, ha ricordato l’esposto depositato dall’Ance alla Corte Conti sulla Soprintendenza Fvg, le ispezioni volute dal ministero e l’inchiesta giudiziaria. (r.r.)

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