Il pm: così Blasoni ritoccava anche le ore di fisioterapia per ottenere i rimborsi regionali

UDINE. «Sul fisioterapista, coprite! Fate voi... dai, dai, su...». Non è che un pezzetto di frase, apparentemente incomprensibile, ma che Massimo Blasoni pronuncia a chiosa di una conversazione particolarmente complicata. È l’inizio di marzo e insieme alla direttrice d’Area 1, Judmilla Jani, e al responsabile del personale, Federico Carlassara, il socio di maggioranza della “Sereni Orizzonti spa” studia la maniera per sanare il deficit assistenziale riscontrato in alcune strutture del gruppo nel corso del 2018.
Serve una correzione in corsa, ovviamente soltanto sulla carta, perché con quei dati si rischia di perdere una parte dei rimborsi regionali preventivati. Secondo i finanzieri che li intercettano e i magistrati che poi analizzano le trascrizioni, «le alterazioni sono così spregiudicate, ormai, che si arriva al punto di proporre anche banali “errori di penna”».
L’ipotesi di concorso in truffa aggravata che, giovedì, ha fatto finire in carcere Blasoni e i suoi più stretti collaboratori, compreso il consigliere d’amministrazione Marco Baldassi, riguarda tanto l’assistenza prestata dagli operatori socio sanitari, quanto il servizio di fisioterapia.
«Buonasera... mandare il debito informativo Fvg... situazione deve essere modificata», gli scrive in un sms Jani, in vista dell’incontro in programma l’indomani. Ma l’iniziativa non piace affatto a Blasoni, che da tempo teme di essere intercettato e che per questo, censurandola la mattina dopo nella sala riunioni che ritiene invece al riparo da “cimici”, spiega: «Se leggono non sono mica cretini, capiscono...».
Il meccanismo truffaldino contestato dal pm Paola De Franceschi ai dieci indagati (altri quattro sono ai domiciliari, uno ha l’obbligo di dimora e uno è libero) avrebbe fruttato alla società una somma indebita, tra contributi e rimborsi per oneri sanitari, per complessivi 10.113.564,26 euro in tre anni. Il danno per il Fvg - una delle sei Regione indicate quali parte offesa - è stato calcolato in 1.012.238 euro, sulla base dell’analisi incrociata del Libro unico del lavoro, delle “matrici” e dei file di Rendicontazione delle residenze. A porre l’auspicata ciliegina sulla torta dei sospetti erano state infine le intercettazioni: così convincenti, per il gip, da dare corso alle misure di custodia cautelare chieste dalla Procura.
«Quanto al riscontro operato dalla Guardia di finanza – scrive il giudice Mariarosa Persico nell’ordinanza –, è emerso che le ore effettuate da un determinato fisioterapista risultavano interamente indicate nel file delle presenze annesso alla “matrice” della struttura ove veniva realmente svolta l’attività. E che successivamente, in sede di rendicontazione annuale da trasmettere all’Azienda sanitaria, le ore venivano distribuite anche su altre strutture, ove il servizio non era stato mai erogato, in quanto non risultante dai citati fogli delle presenze».
Per un totale di 2.726 ore non effettuate di fisioterapia nelle residenze di Percoto, Risano, San Giovanni al Natisone e Udine (via Podgora, piazzale Cella e viale Europa unita) nel 2016, e di ulteriori 521 e 748 ore nella residenza di Aiello rispettivamente nel 2017 e nel 2018. Quanto all’assistenza degli oss, la contestazione si riferisce a 2.925,45 ore in meno erogate ad Aiello e altre 1.674,17 a Percoto nel corso del 2017. Tutte accuse da cui gli indagati cercheranno di difendersi negli interrogatori con il pm in programma questa settimana.
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