Il popolo della nautica ancora sul piede di guerra

Gli operatori di Aprilia danno 5 giorni alla Regione per l’ok ai dragaggi e si sentono traditi dal Comune di Marano che si è opposto ai lavori sul Coron
Aprilia Marittima 26 genniao 2013 protesta Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Aprilia Marittima 26 genniao 2013 protesta Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco

LATISANA . «Aspettiamo ancora questa settimana, poi faremo una manifestazione che partirà da Aprilia e arriverà in piazza a Marano. E non ci fermeremo solo a questo. Siamo stufi di tutte le prese di posizione, di quelli che si alzano al mattino e non sanno come fare per farsi pubblicità nei giornali. A noi serve lavorare».Questo il commento postato dal vice presidente dell’associazione “Noi operatori di Aprilia” sulla pagina Facebook, creata appositamente per l’emergenza dragaggio del canale Coron, intervento che nei quarantacinque giorni di pubblicazione, nel Bur della Regione, ha registrato alcune opposizioni che adesso la Regione sta valutando, per capire se abbiano o meno la capacità di bloccare lo scavo del canale, unico acceso al mare per i porti turistici di Aprilia Marittima.

Gli operatori attendono fino a mercoledì, quando in Regione si terrà l’ultimo tavolo tecnico che stabilirà se tener conto o meno delle osservazioni e anche della delibera della Giunta comunale di Marano che si oppone all’intervento di dragaggio.

Dopo circa due mesi di proteste e manifestazioni, gli operatori della località avevano deciso di attendere fiduciosi il termine posto dalla Regione, certi che per il mese di aprile il canale sarebbe stato dragato: ma adesso, sempre dalla pagina Facebook, c’è chi ribadisce che «bisognava continuare a protestare, non fermarsi ad aspettare che trovassero delle scuse per non dragare. Dovevamo sfruttare il periodo elettorale, far capire ai politici che potevano perdere voti».

Ciò che sembra creare più rabbia fra gli operatori di Aprilia Marittima sembra però essere l’opposizione presentata dal comune di Marano Lagunare, «che con Aprilia ha sempre avuto il suo tornaconto», ricorda una commerciante, riferendosi evidentemente al fatto che buona parte della località ricade sotto il comune lagunare che negli anni ha incassato l’Ici prima, l’Imu adesso e ancora l’addizionale Irpef, la tassa smaltimento rifiuti e altre imposte.

«Noi operatori abbiamo messo la faccia e il portafoglio per salvare le nostre attività. Adesso vogliamo essere ascoltati. Vogliamo la draga senza scusanti – scrivono ancora gli operatori di Aprilia sulla pagina del social network - siamo stufi e schifati di essere presi in giro, anche da chi confina con noi e in questi giorni, invece di aiutarci, ci mette i bastoni tra le ruote. Se noi “moriamo” e faremo di tutto perché non accada, voi ci seguirete a ruota. Quindi fatevi un esamino di coscienza». E il riferimento al comune di Marano è alquanto chiaro in questo post: l’ente infatti ha presentato opposizione al dragaggio del Coron, sulla base di una relazione tecnica dell'osservatorio geofisico di Trieste, paventando problemi di natura urbanistica e di impatto ambientale, derivanti dal conferimento dei sedimenti scavati nel Coron in quelle che vengono definite aree di pregio per la pesca.

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