Il "prof" Collavino: lavorate e siate onesti FOTO
UDINE. L’unico lavoro in Italia della Collavino construction company è a Muris di Ragogna. È la chiesetta che guarda il monumento dei migranti. Su quel monte, a cavallo fra il 1945 e il 1946, c’era anche Mario Collavino, un semplice muratore di 13 anni, perché la compagnia canadese che oggi ha una ventina di cantieri aperti nel mondo doveva ancora nascere.
«L’Italia offre poche opportunità di crescita sia per un’impresa di costruzioni sia per i ragazzi. Chissà, se fossi rimasto in Friuli forse oggi farei ancora il muratore», ha sottolineato il costruttore che ha avuto l’onore di stringere la mano al presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, incontrato dopo la fine dei lavori al World Trade Center One, il grattacielo costruito dove sorgevano le Torri Gemelle a New York.
Collavino, elegantissimo nel suo completo grigio, era al polo scientifico dei Rizzi nei panni del professore per tenere una lezione nell’ambito del corso di Costruzioni in zona sismica, tenuto da Gaetano Russo, direttore del Dipartimento di ingegneria civile e architettura.
«Studiate forte e lavorate forte, ma soprattutto siate onesti». Perché è stata proprio l’onestà a garantire a Collavino l’appalto per il nuovo World Trade Center. «I dirigenti della Port Authority di New York e del New Jersey hanno consultato l’elenco delle opere che avevamo realizzato. Tutte terminate senza problemi. E quella è stata la chiave».
Il grattacielo simbolo della rinascita di un’intera Nazione è la punta di diamante di un’attività mondiale. «Costruiamo in Medio Oriente, nello Sri Lanka, in Canada e poi a New York – ha proseguito Collavino a margine della lezione cui hanno partecipato anche il rettore, Cristiana Compagno, e il suo successore designato Alberto Felice De Toni – e vivo la soddisfazione di avere realizzato tutto questo, ma mai avrei pensato di arrivare a tanto».
Il segreto? «Sapersi rialzare. È fondamentale sapere guardare avanti ed essere forti, perché tutti cadiamo, il trucco è resistere». E Collavino ha una fiducia incontrastata nei giovani che gli siedono davanti, rapiti dalle parole del costruttore friulano.
«Hanno studiato, hanno talento e sapranno fare grandi cose, anche se oggi ci sono tanti ragazzi maghi dei computer, ma pochi che sanno fare lavori di fatica – dice –. Per la mia attività sono state fondamentali le lezioni di disegno della scuola serale che frequentavo a San Daniele. Dopo il lavoro, dalle 9 alle 11 di sera, ho imparato regole fondamentali per la nascita e crescita della compagnia».
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