Il racconto del primo volontario: "Mi feci strada tra i massi e salvai la Madonna"

"Fui sollevato nel vedere che la statua della Madonna era ancora intatta e la portai al sicuro"

VENZONE. «Dal Piano di Santa Caterina, località sopra Venzone, la vista era desolante: intorno a me solo macerie. Sceso di nuovo in paese mi feci strada tra i massi della chiesa di San Giorgio, della quale era rimasta in piedi solo una parte dell’abside, e raggiunsi l’altare dove solo un’ora prima del sisma era stata celebrata la messa. Fui sollevato nel vedere che la statua della Madonna era ancora intatta e la portai al sicuro». Il geometra Roberto Forgiarini, oggi restauratore, aveva appena 15 anni.

Non pensò al pericolo che correva la mattina del 7 maggio quando entrò, fra una scossa di assestamento e l’altra, in quello che restava della chiesetta della sua borgata, Sottomonte. Troppo importanti erano le opere che custodiva - era l’unica chiesa periferica di Venzone a conservare il suo patrimonio artistico originario - e troppo doloroso era pensare di vederle perse per sempre. Fu lui il primo volontario del Comitato di coordinamento per il recupero dei beni culturali a portare al sicuro le statue lignee della chiesa di San Giorgio.

Il desiderio di «salvare tutto ciò che si poteva» spinse Forgiarini a salire in cima al campanile del duomo. Da lassù scattò fotografie uniche, lo fece l’8 settembre qualche giorno prima che il duomo, già seriamente danneggiato, crollasse a causa della forte scossa del 15.

Forgiarini entrava e usciva da chiese e palazzi diroccati con estrema facilità grazie al permesso permanente che aveva ottenuto dai vigili del fuoco. «Non pensavo al pericolo, andavo avanti - racconta -, mi trovai anche a dover saltare dal primo piano della canonica per salvarmi durante una scossa».

Novemila pietre numerate, così il duomo è risorto

Mosso da un così grande amore per l’arte e per la storia del suo paese, nato tra i banchi di scuola quando seguiva le lezioni del professor Guido Clonfero e cresciuto nel tempo fino a diventare una professione, Forgiarini trasse in salvo dalla chiesa di San Giorgio non solo la Madonna col bambino, attribuita alla scuola di Domenico da Tolmezzo, ma anche altre cinque statue e due tavole monocrome ora conservate nel duomo di Venzone.

Il suo gesto fu il primo atto di recupero del patrimonio artistico venzonese, lacerato dalla violenza del sisma e lentamente riportato in vita dalle mani instancabili dei volontari.

«Quella Madonna - rivela - ha significato molto per me. L’ho portata personalmente sul sagrato del duomo in occasione della messa celebrata dall’arcivescovo, Alfredo Battisti, il 6 maggio 1977. È diventata un simbolo di rinascita, essendo anche la prima opera ad aver ricevuto un restauro per mano dell’architetto Francesco Doglioni e Laura Tomesani, volontari di Feltre, e a essere riconsegnata alla comunità di Venzone dopo il terremoto».

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