Il racconto: «Io, licenziato dall’orchestra Fvg ho firmato 65 contratti a tempo»
Il primo oboe Enrico Cossio racconta i disagi che i 47 musicisti sono costretti a sopportare

UDINE. Ha collezionato 65 contratti a termine tutti siglati con l’orchestra del Friuli Venezia Giulia prima dell’assunzione a tempo indeterminato con sosta stagionale che si concluderà entro il 31 luglio.
Entro quella data chiuderà l’orchestra Mitteleuropa finita nell’occhio del ciclone dopo i rilievi fatti da alcuni ex componenti del Consiglio direttivo sui costi registrati a bilancio.
Enrico Cossio, 47 anni, primo oboe, racconta i disagi vissuti in 26 anni di precariato fatti di speranze e disperazione. Lui e altri 46 musicisti si preparano ad affrontare l’ennesimo licenziamento: «Abbiamo moglie e figli, il prezzo più alto lo paghiamo sempre noi».
È un tormento?
«È un tormento perché il mio primo concerto con l’orchestra filarmonica di Udine, da cui è partito tutto, risale all’1 maggio 1993. Da allora ho accumulato 65 contratti a tempo tutti di durata da 3 giorni a 4-5 mesi».
Qualche diritto l’avrete pur maturato in questi anni?
«Certamente, ma appena abbiamo osato a chiedere maggior stabilità in 21 siamo rimasti fuori un anno e mezzo. Siamo rientrati grazie a un accordo politico: l’allora assessore regionale Antonaz aveva minacciato di non assegnare più fondi alla Sinfonica se non ci reintegrava».
Poi cosa è accaduto?
«Seppur nella precarietà siamo andati avanti fino alla nuova chiusura dell’orchestra avvenuta nel 2009, anno in cui siamo passati alla fondazione Bon».
Perché quella collaborazione non è proseguita?
«Perché avevamo accumulato un numero di contratti che avrebbe portato a nuove rivendicazioni. Con il cuore in mano, il responsabile della fondazione Bon ci disse: “Ragazzi non posso prendermi sul groppone 50 dipendenti”».
Nel 2012 il soprintendente Gabellone vi ha traghettato nell’associazione di diritto privato?
«Con il Progetto musica ci ha regolarizzati per un anno prima del passaggio all’orchestra Mitelleuropa. Era stato approvato il Jobs act e, grazie a quei vantaggi, il numero dei musicisti venne ampliato a 47. Si volle pensare in grande anche se noi abbiamo continuato a lavorare sei mesi all’anno».
Significa che non siete pagati tutto l’anno?
«Significa che riceviamo 12 buste paga, ma sei con zero importo».
Quindi quali stipendi sono stati bloccati?
«È stato bloccato lo stipendio di aprile che avremmo dovuto ricevere lo scorso 14 maggio: la notizia ci è stata data l’8 maggio».
Usufruite degli ammortizzatori sociali?
«Il tempo indeterminato partime verticale garantisce la chiamata a ogni ripresa dell’attività dell’orchestra, ma non consente l’accesso agli ammortizzatori sociali».
Neppure all’indennità di disoccupazione?
«Niente. Abbiamo perso 4/5 mila euro a testa l’anno».
Lo stipendio mensile a quanto ammonta?
«Non supera 1.100 euro al mese».
Bastano per campare?
«Assolutamente no, anche perché molti di noi hanno famiglia».
Come arrotondate?
«Facendo altri lavori. Io insegno al liceo musicale Carducci di Trieste. Negli ultimi tre mesi due colleghi sono diventati papà. Ho ben presente come vivono, ci sono passato nel 2009 quando chiuse l’orchestra. Gente con più di 50 anni cosa si mette a fare quando le manca metà dello stipendio?»
E se vi serve un mutuo?
«Le banche non ce lo concedono. Io per ottenerlo ho dovuto presentare le buste paga di mia moglie anche lei prima oboe, ma nell’orchestra statale di Lubiana».
Quanto vi preoccupa sostenere un’altra audizione?
«Abbastanza. A 47 anni se vado a fare un concorso in qualsiasi luogo e suono bene come un collega di 20 anni, è evidente che l’orchestra sceglie lui».
Perché siete arrivati a questo punto?
«Bisogna mettere gente competente a gestire l’orchestra».
Siete più dispiaciuti o arrabbiati?
«Ci chiediamo cosa abbiamo fatto di male a Dio e al mondo per ritrovarci in queste condizioni». —
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