Il ricorso del Pdl: mancano 7 mila schede

Il Tar Fvg ha rinviato al 10 luglio l’esame dell’istanza sull’esito del voto di aprile. «Impossibili anche 12 mila nulle»
Tolmezzo (Ud) 21 Aprile 2013. Elezioni elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Renzo Tondo vota nel seggio di Via Betania, Telefoto Ag. Petrussi / Diego Petrussi
Tolmezzo (Ud) 21 Aprile 2013. Elezioni elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Renzo Tondo vota nel seggio di Via Betania, Telefoto Ag. Petrussi / Diego Petrussi

TRIESTE. Il Tar del Friuli Venezia Giulia ha rinviato al 10 luglio l’esame del ricorso sull’esito delle elezioni regionali di aprile presentato dai partiti del centrodestra, oggi all’opposizione. Il rinvio è dovuto al “controricorso” presentato dalla presidente Serracchiani e dai consiglieri eletti del Pd per ottenere gli stessi controlli sulle schede, istanza che la Corte, come da prassi, valuterà assieme alla prima. Ma se per l’esito bisognerà attendere altri venti giorni, da ieri sono chiari i motivi che hanno spinto il Pdl Fvg a contestare la vittoria per 2 mila voti di Debora Serracchiani: troppe 12 mila nulle e, soprattutto, «mancano, materialmente, 7 mila schede». Lo sostiene l’avvocato del centrodestra Marco Celant, di Milano, ieri a Trieste.

Il giallo delle 7 mila schede

«In oltre 50 sezioni (su un totale di 1.374) emerge un vuoto di 7 mila schede – spiega Celant –. C’è una differenza fra votanti e voti assegnati. La somma tra le bianche, le nulle e i voti validi non corrisponde al totale delle persone che si sono presentate ai seggi». Un episodio che la Regione Fvg motiva così: nei verbali sono riportati numeri inesatti sui votanti, ma questo non vuol dire che ci siano vizi nelle schede. Che possano essere sparite. Il Pdl non si accontenta e pretende un controllo, perchè se è «vero che un errore di trascrizione ci può stare, in questo caso è macroscopico».

Troppe 12 mila nulle

Come mascrosopici sono – secondo il legale del Pdl – gli errori commessi da alcuni presidenti di seggio nel dichiarare nulle 12 mila schede. Ancora Celant: «Abbiamo chiesto di riaprire le buste contenenti le nulle di oltre 850 sezioni. Il motivo è molto semplice: abbiamo motivo di ritenere che sono state dichiarate nulle schede in cui andava annullato il singolo voto. Mi spiego. Alle Regionali si esprimono tre voti: per il Presidente, per la lista e per il candidato consigliere. Se lei scrive Berlusconi nei voti di preferenza, mette la croce su Tondo e una sul simbolo del Pdl l’unico voto da annullare è quello per Berlusconi, perchè non era candidato in consiglio Fvg. Resta valido il voto per Tondo e quello per la lista. Invece molte di queste schede sono state dichiarate nulle in toto.

Sono 18 anni che faccio il presidente di seggio – spiega ancora l’avvocato milanese – e so bene che è molto più semplice mettere tutto nel “calderone” delle nulle, ma in questo modo non si rispetta il volere dell’elettore. Sono nulle, invece, le schede prive di vidimazione, quelle che possono ricondurre all’identità dell’elettore (faccio un segno così so che è mio) oppure se è impossibile capire il voto espresso: disegni, insulti». L’avvocato Marco Celant conclude: «Le nulle in Fvg sono state 12 mila su 500 mila votanti, una media di 20 schede a seggio. Una media molto più alta di quella nazionale. Neppure a Milano, dove la rabbia nei confronti della politica è a livelli altissimi, si arriva a tanto. Ci fermiamo tra le 6 e le 7 per seggio. In Fvg si arriva a punti di 37: impossibile».

Gli altri ricorsi

Il 10 luglio il Tribunale amministrativo regionale si esprimerà anche sul contenzioso tutto interno all’Udc, quello tra l’ex consigliere regionale e già vice presidente del Consiglio, Maurizio Salvador, e il neoeletto Giovanni Barillari, così come per quello fra Michela Gasparutti e Giuseppe Sibau, di Autonomia Responsabile. Ed infine sulla vittoria al primo turno di Pietro Fontanini con una percentuale di poco superiore al 50 per cento, ricorso avviato da esponenti del Pd e Fabrizio Dorbolò (Sel). Attende un parere anche Maurizio Gerussi (Pdl).

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