Il ristorante pizzeria Mediterraneo chiude In sospeso il trasloco da Tamai in città

Ci si andava per la pizza, croccante e presentata su tagliere di legno, poi si scopriva che dalla cucina del vulcanico chef Orlando Bortolami uscivano anche altre proposte di alta qualità. Piatti rigorosamente di giornata, preparati con quanto di buono lo staff aveva recuperato in mattinata tra i mercati della zona.
La Destra Tagliamento perde, almeno per il momento, un’altra eccellenza, vittima del Covid-19 e soprattutto dell’incertezza economica. Il ristorante pizzeria Mediterraneo ha chiuso i battenti in quel di Tamai di Brugnera e il titolare sta valutando alcune proposte: «Ma non è il momento migliore per investire».
Riaprire in questo momento, dopo la chiusura imposta dal Governo, «non ha senso. Il Mediterraneo era ospitato in una grande struttura dove tagliare alcuni coperti non significa tagliare in proporzione anche il personale. E investire in questo momento non è prudente».
Orlando Bortolami, padovano di origine, pordenonese di adozione visto che 15 dei suoi 53 anni li ha trascorsi in zona, spiega la ragione della svolta: «Per restare occorreva comprare i muri e non ho ritenuto il prezzo compatibile con l’economia della gestione di un locale come questo, in tempo di pandemia».
Lo chef si è fatto un paio di domande: «Cosa succederà tra settembre e ottobre? Scoppierà la bolla finanziaria? Attualmente la cassa integrazione tiene in piedi i posti di lavoro che sarebbero scomparsi. Avremo un’ondata di disoccupati? Ecco, sulla base di queste domande mi sono dato una risposta: come titolare di un locale mi fermo per sette - otto mesi e vedo cosa succede. Di conseguenza, farò le mie scelte».
Il marchio Mediterraneo tornerà. Dove, ancora il titolare non l’ha deciso. «Continuerà a portarsi dietro quella qualità che oggi avrei dovuto garantire in perdita. E un imprenditore non si può permettere di lavorare in perdita».
Il locale – una decina di dipendenti e 140 coperti – aveva una filosofia riuscita: «La nostra declinazione di cibo è quella legata alle culture del bacino mediterraneo, culture calde e pregne di profumi e sapori unici al mondo. L’uso di materie prime biodinamiche unita alla studio meticoloso degli accostamenti e dei contrasti conferiscono ai piatti la definizione di vere e proprie esperienze culinarie». Insomma, prodotti italiani di qualità: «Olive taggiasche, fior di latte, pomodori raccolti a mano. Garantire il top comporta costi e non potevo permettermi di perdere 3-400 euro al giorno».
Mediterraneo aveva messo gli occhi su palazzo San Marco di Pordenone. «Valuteremo», dice Bortolami. —
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