Il ritorno delle Province: 23 milioni per gli enti soppressi quattro anni fa

Fondi in arrivo per le nuove “Province”. Se il 2020 sarà l’anno della nascita, l’anno successivo sarà quello della loro entrata in funzione. Per rendere operativi gli enti intermedi di area vasta - così al momento si chiamano - con la parallela abolizione delle Unioni territoriali intercomunali, saranno destinati nel 2021 23.371.875 euro per la costituzione di un fondo per garantirne il funzionamento e l’attività. Nuove, appunto, dopo l’abolizione di quelle storiche approvata nel 2014 sotto la presidenza della Regione di Debora Serracchiani. Ma l’assessore regionale agli enti locali Pierpaolo Roberti (Lega) è stato chiaro: «No, non è un ritorno alle Province che erano state svuotate negli anni e avevano poche funzioni. Il nostro obiettivo non è quello di tornare al passato ma di trovare il modo per far funzionare l’ente intermedio dandogli più compiti e funzioni».
Questi 23 milioni accantonati sono stati oggetto di uno degli emendamenti proposti dalla giunta Fedriga e accolti a maggioranza dalla I commissione che ha ripreso l’esame della manovra di bilancio. Come ha spiegato Roberti, la direzione centrale delle autonomie locali aveva a disposizione oltre 43 milioni di euro liberi dal 2021. Di questi 20 sono stati aggiunti ai 70 destinati nella finanziaria (15 milioni nel 2019, 50 nel 2020 e 5 nel 2021) a investimenti per opere pubbliche concertate tra Comuni e Regione, che toccano così quota 90 milioni nel triennio, mentre i restanti 23 serviranno per coprire le spese necessarie per avviare gli enti intermedi, dal personale agli investimenti. La riforma degli enti locali sarà approvata entro la fine del 2019.
Al momento non è stato ancora deciso il nome dei futuri enti intermedi, né il numero, né il territorio di riferimento, né le funzioni che avranno. «È tutto ancora da decidere e da stabilire – ha confermato Roberti –, di certo saranno trasferite anche molte delle funzioni che ora spettano alla Regione. Nei prossimi mesi sarà effettuata una analisi degli oltre 2.700 provvedimenti assunti dalla Regione per capire quali funzioni possono essere trasferite agli enti intermedi o ai Comuni».
«Le Uti – ha poi dichiarato il capogruppo della Lega in Consiglio Mauro Bordin – sono state un errore, non funzionano e ci obbligano a sradicare l’attuale sistema. Sono soprattutto i piccoli comuni a soffrire, privati del personale e nell’incapacità di fare fronte a una destabilizzante burocratizzazione. Abbiamo scelto un percorso di condivisione con gli amministratori degli enti locali e ci stiamo impegnando nell’ascoltare il territorio».
«L’abolizione delle province – ha concluso – ha creato un vuoto che è sotto gli occhi di tutti, basti pensare alla situazione dell’edilizia scolastica e allo sfalcio delle strade, ma anche all’aumento dei costi del personale». Per il consigliere regionale della Lega, Luca Boschetti «aiutare i piccoli comuni significa tutelare il territorio, specialmente se si pensa alla montagna. Le Uti hanno dimostrato in questi anni tutti i loro limiti». C’è chi come il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo critica questo nuovo fondo. «Le nuove Province costano già oltre 23 milioni di euro – ha detto – anche se non sappiamo quante saranno, come saranno organizzate, quali compiti svolgeranno. Soldi sottratti ai Comuni che, nel percorso di superamento delle Uti intrapreso dalla maggioranza, pagheranno ancora lo scotto di scelte calate dall’alto»
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