Il ritorno di Nives e Romano «Pronti per nuove imprese»
Amici e familiari hanno accolto i due alpinisti friulani nella loro casa di Fusine «Nulla di già stabilito per il futuro, ma chi ama la montagna non si ferma»
TARVISIO. «Un ritorno a casa senza clamori, nell’intimità dell’ambiente familiare – è il commento di Nives Meroi –. Siamo contenti di questa genuina accoglienza e di ritornare alla nostra vita casalinga, per ritemprarsi e anche per ricominciare a organizzare una nuova avventura».
C’è, dunque, una nuova impresa nei programmi della coppia di alpinisti che, raggiungendo la cima dell’Annapurna, ha completato, per primi al mondo, la conquista di tutti i 14 ottomila della Terra? «Nulla di definito ancora – ha aggiunto prontamente Nives –, ma chiaramente, chi ama la montagna non si ferma. Vedremo...».
Di certo per ora, c’è la voglia di assimilare questa bella impresa, che li ha molto impegnati. «In effetti l’ascesa all’Annapurna s’è dimostrata molto difficile. Ma la splendida montagna – aggiunge Nives – ci ha fatto proprio un bel regalo permettendoci si salirla. In primis accogliendoci con i due alpinisti spagnoli e i due cileni, con i quali abbiamo creato in parete un bel sodalizio vincente».
Nives e Romano, l'impresa sulle vette del mondo
Ad accogliere gli alpinisti uno splendido gruppo del Mangart illuminato dal sole che esaltava le belle pareti del Piccolo Mangart di Coritenza, quelle pareti che sono state le palestre di vita, non solo alpinistica, per la splendida coppia che tutto il mondo invidia al Friuli Venezia Giulia. In un bel tardo pomeriggio, dunque, hanno fatto ritorno a casa, festeggiati da parenti e dagli amici più intimi, gli alpinisti Nives Meroi e Romano Benet.
Una piccola folla di persone care, s’è radunata davanti alla loro casa, per applaudirli, assieme alla signora Maria Makovec, la madre di Romano, senza meno la più emozionata di tutti. Ad abbracciarli anche il professore Silvio Dimitri (originario di Camporosso), primario di ortopedia dell’ospedale di Udine la cui equipe ha eseguitto gli interventi all’anca di Romano, e l’ematologa Antonella Geromin dell'equipe che ha eseguito i due trapianti di midollo osseo che hanno rigenerato il fisico dell'alpinista.
È stato un abbraccio genuino, per la coppia di alpinisti. E fra i rappresentanti del giornalismo italiano, notata anche un folta presenza di media sloveni, in omaggio a Romano Benet che fusinese doc, ha origini d’oltreconfine e che, appunto, nella piccola repubblica dell’ex Jugoslavia è ritenuto il primo alpinista sloveno a conquistare tutti gli Ottomila. E la moglie Nives, ricordiamo, non gli è da meno visto che anche lei è la prima donna italiana a raggiugere questo primato.
«Per me è sempre stato bello partire per tutte le ascensioni, ma il ritorno a casa, specie dopo avere raggiunto tutto quello che ci siamo prefissi, è proprio impagabile, in particolare quando ad accoglierti sono gli amici più cari» afferma Romano guardando con simpatia il compaesano Raffaele Leskovec, che con gli amici del posto e della vicina cittadina slovena di Ratece, ha organizzato la festicciola, dove hanno regnato i dolciumi di mamma Maria.
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