Il rogo e la nube all’ex Bertolini «Ora fate le analisi del terreno»

Lo chiedono i primi cittadini di Mossa, Capriva e San Lorenzo Isontino all’Arpa: «Prima di dire liberi tutti c’è da capire se al suolo ci sono diossina e amianto»
Stefano Bizzi



Indagini allargate al suolo e non limitate ai soli materiali depositati sulla superficie dei terreni. I sindaci di Mossa, San Lorenzo Isontino e Capriva del Friuli chiedono all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di approfondire le analisi già avviate. L’obiettivo è fugare in modo definitivo ogni dubbio sulla possibile presenza di potenziali pericoli per la salute dei cittadini che si trovano nei territori colpiti dalla nube provocata dall’incendio di lunedì alla ex Bertolini.

L’aria calda generata dal rogo ha fatto sollevare materiali di ogni genere, materiali che poi, giocoforza, sono dovuti tornare a terra da qualche parte. «C’è chi ritiene possano esserci frammenti di amianto nel suo giardino, ma vuole essere rassicurato anche su questo», spiega il sindaco di Mossa Emanuela Russian, comunque confortata dalle prime evidenze. Le rassicurazioni di Arpa sui dati dell’aria e il parere tecnico scientifico positivo fornito dell’azienda sanitaria hanno spinto lei e i colleghi Ezio Clocchiatti e Daniele Sergon a dare il via libera alla riapertura delle scuole a partire da domani. Per il momento, però, durante la ricreazione nessuno potrà uscire in giardino o in cortile. «Vogliamo prima sapere con certezza se al suolo ci sono forme di diossina o di componenti che possono minare la salute delle persone. Per questo abbiamo chiesto un campionamento significativo anche dei terreni e non solo dei materiali», prosegue Russian.

In attesa dei risultati, quindi, per precauzione, a Mossa, San Lorenzo e Capriva rimarranno ancora chiusi i parchi e i giardini pubblici e le strutture sportive all’aperto. Nell’invitare ad evitare il contatto delle mani con il suolo, le ordinanze dei tre sindaci ribadiscono che non si devono svolgere attività di giardinaggio o di raccolta per il consumo di frutta, ortaggi e di uova di pollame allevato in aia. Vanno evitati anche il prelievo di acqua per l’irrigazione da pozze non protette, lo sfalcio dei foraggi e il pascolo degli animali.

Il capannone con le 35 mila tonnellate di rifiuti plastici andati in fumo si trova nel territorio di Mossa, ma le correnti d’aria hanno spinto il fumo verso ovest e la comunità più colpita dalla pioggia di detriti è stata quella di San Lorenzo. «La popolazione mi chiama o mi scrive in continuazione per chiedermi di sapere cosa c’è nel suo giardino - evidenzia il sindaco Clocchiatti -. Ma per rispondere abbiamo bisogno di dati concreti. Possiamo solo invitare tutti a non utilizzare soffiatori e a non spazzare nulla fino a quando non sarà fatta chiarezza su ciò che è piovuto dal cielo». «Qualcuno si sta spazientendo - rileva il primo cittadino -, ma a queste persone dico che per avere dati significativi ci vuole un po’ di tempo».

A differenza dei colleghi, il sindaco di Capriva dice di non aver ricevuto da parte dei concittadini segnalazioni di materiali a terra. «Noi siamo stati sfiorati dalla nube, ma martedì pomeriggio il vento ha girato e abbiamo percepito l’odore del fumo anche qui», spiega Sergon. Per questo anche lui attende rassicurazioni da Arpa e Asugi basate sui dati. «Chiediamo certezze certificate per poter così mandare in sicurezza i nostri bambini a giocare in giardino». —

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