Il Sangue di Cristo oltre la porta santa

CLAUZETTO. San Giacomo di Clauzetto, chiesa giubilare da domenica 3 luglio a lunedì 15 agosto 2016 perché custodisce una teca con la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo.
Nel Settecento tale famiglia Cescutti, originaria di Clauzetto, era a servizio di un diplomatico veneto a Costantinopoli. Terminato il rapporto di lavoro, l’ambasciatore rientrò a Venezia, la famiglia Cescutti a Clauzetto. Prima, però, l’illustre patrizio veneto donò ai friulani una teca, quale riconoscimento per la fedeltà e la professionalità dimostrate. Quella famiglia, per alcuni anni tenne quella teca a casa, poi, su invito del pievano Giovanni Antonio Cavallutti, la donò, munita della patente di autenticità rilasciata dal patriarca Foscari il 28 maggio 1755, alla parrocchia. Che l’accolse, istituendo, d’intesa con la Curia, la festa del “Perdon grande”, che veniva celebrato il giovedì dell’Ascensione, festa oggi trasferita alla domenica. Secondo la tradizione – non vi è documentazione storica – contiene due gocce di sangue di Cristo.
La reliquia venne portata in processione dal 1755 sino al terremoto del 1976: la festa, che durava tre giorni, richiamava migliaia di persone, soprattutto da Slovenia e Croazia, oltre che da tutto il Friuli Venezia Giulia. Devoti con problemi di salute, fisica o spirituale, salivano a Clauzetto per chiedere il miracolo della salvezza. Venivano addirittura praticati esorcismi, con «grandi effetti». Chi veniva liberato dal male ritrovava serenità. Insomma, non mancava qualche sconfinamento in ambito della superstrizione.
«Nel post terremoto – ricorda l’attuale parroco, don Italico Gerometta – la festa ha perso gradualmente “popolarità”, registrando un calo di pellegrini. Ma negli ultimi anni in molti tornano a venerare la reliquia, specie all’Ascensione». La teca, con le due gocce di sangue di Cristo, viene esposta anche la prima domenica di luglio, senza processione, per il “perdon piccolo”, nella festa liturgica del Preziosissimo Sangue di Gesù. «In queste due occasioni il pellegrino si accosta alla confessione e riceve il perdono dei peccati».
Su indicazione del vescovo Giuseppe Pellegrini, da quando anche la parrocchia di Clauzetto – circa 400 abitanti residenti, solo la metà domiciliati – è retta dall’attuale parroco, la reliquia viene ulteriormente valorizzata, con la sua esposizione, per tutto il giorno, ogni prima domenica del mese. «Si comincia dalla messa del mattino sino al canto dei vespri. C’è sempre un confessore a disposizione».
Ecco perché la chiesa di San Giacomo, erede della pieve di San Martino d’Asio, è tra le dieci giubilari della diocesi di Concordia-Pordenone. «Per la prima volta apriremo la porta santa del nostro santuario: si potrà ottenere l’indulgenza, secondo le condizioni indicate dalla Chiesa». Saranno proposte preghiere di liberazione, gli spiritaz, e momenti di riflessione.
Per Clauzetto si tratta di un grande riconoscimento. «Questa terra ha donato decine di preti alla Chiesa, addirittura in alcuni periodi metà dei diocesani erano originari di qui: grandi insegnanti, rettori di seminario, l’abate di Sesto al Reghena monsignor Tommaso Gerometta, i due Concina».
Dal 2003 Clauzetto è retta da don Italico Gerometta, che porta a quota sette le parrocchie che guida, ovvero tutte le figlie della Pieve di San Martino, riunite simbolicamente come agli albori: oltre a San Giacomo, Vito d’Asio, Casiacco, Pielungo, San Francesco, Pradis, Anduins; nel mezzo, due borgate che hanno una loro identità: Celante di Vito d’Asio, dove viene celebrata una messa ogni ultimo giovedì del mese, e Celante di Clauzetto, con una sua chiesa, dove si celebra tre volte l’anno. Anche Pradis di Sopra, pur non essendo parrocchia, ha una sua chiesa, dove don Gerometta celebra il primo mercoledì del mese. Sette parrocchie, sette messe garantite, tra sabato e domenica sera. Per le feste grandi, uniche, come Natale e Pasqua, si procede a turno. In estate, oltre al collaboratore festivo, si aggiunge un sacerdote straniero studente a Venezia.
Sette parrocchie, sette campanili, sette cimiteri, sette chiese: unite nella Pieve d’Asio, «las nueštas glisias, la nuešta cjera, la nuešta înt».
EnriLisetto
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