Il sindaco alla Regione: a Cervignano va aperto un centro vaccinale

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I contagi non si fermano e sulle vaccinazioni bisogna accelerare. Lo sa il sindaco di Cervignano, Gianluigi Savino, che, come fatto poco meno di un anno fa, ritorna a chiedere, ufficialmente, un centro vaccinale sul suo territorio. I dati emessi dalla Protezione civile regionale segnalano una diffusione rilevante del virus a Cervignano, causata ancora dall’elevata contagiosità della variante Omicron, con una prevalenza di 10.6, cioè il numero delle persone attualmente positive ogni mille abitanti, 142 persone contagiate, 34 prese in carico dal dipartimento di prevenzione e 13 in quarantena.
È proprio il sindaco a comunicare di aver inoltrato formale richiesta alla Regione e all’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale (Asufc) perché venga creato anche a Cervignano un centro vaccinale, così come è stato fatto in altri comuni con numero di abitanti uguale o inferiore, come a Latisana. Savino assicura di avere in mente più di una sede idonea che potrebbe facilmente essere adibita a centro vaccinale. E, tra le varie possibilità sul tavolo, dal sindaco viene preso in considerazione anzitutto il palazzetto dello sport in piazza Lancieri d’Aosta. Mentre sembrerebbe da scartare, sebbene in linea di principio percorribile, l’ipotesi di adibire a centro vaccinale la sala “Don Silvano Cocolin” di Via Roma. Umberto Carraro, che gestisce la sala per conto della parrocchia di San Michele Arcangelo, sottolinea come l’hub vaccinale debba essere «un presidio necessariamente tenuto a garantire la continuità nel tempo, cosa che purtroppo la parrocchia non potrebbe assicurare, a meno di sacrificare le attività già calendarizzate che interessano la vita dei fedeli».
Non c’è soltanto il palazzetto dello sport tra gli spazi possibili, perché Savino conferma anche di aver ricevuto da parte dell’azienda di grande distribuzione tedesca Lidl, la proposta di destinare gratuitamente per farne proprio un hub vaccinale, un immobile adatto allo scopo e in buone condizioni. Il sindaco, che sta valutando anche altre opzioni, torna quindi in pressing sulla Regione. «Ho già provato una prima volta a marzo 2021 a ottenere dall’assessorato regionale alla Sanità, il via libera per quello che di fatto è un servizio territoriale di assoluta necessità – argomenta Savino –, se pensiamo a quante persone hanno dovuto spostarsi anche di parecchi chilometri per trovare il primo centro vaccinale disponibile. Penso sia giusto insistere dunque, anche perché nessuno può dire con certezza se l’emergenza stia effettivamente per rientrare o se dovremo aspettarci nuove ondate epidemiche in primavera e più avanti». —
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