Il sindaco: «Non ho proposto io il nome». Il consiglio comunale di San Vito al Tagliamento sta con il direttore

Antonio Di Bisceglie risponde così alle voci secondo le quali la proposta della candidatura a cavaliere di Alessandro Santoianni sarebbe nata dal Pd sanvitese

SAN VITO AL TAGLIAMENTO.  «Non ho proposto io il nome del direttore, ma non avrei problemi a dirlo se così fosse, visto che resto convinto che l’errore sia stato rifiutare l’onorificenza». Antonio Di Bisceglie risponde così alle voci secondo le quali la proposta della candidatura a cavaliere di Alessandro Santoianni sarebbe nata dal Pd sanvitese. Il sindaco siede anche nel cda della casa di riposo parrocchiale e il vicepresidente della struttura è il padre del vicesindaco della città.Più che una questione di appartenenza politica, l’onorificenza a Santoianni è stata vissuta come una questione fortemente territoriale.

Non a caso la conferenza dei capigruppo del consiglio comunale – maggioranza e opposizione insieme – per voce della consigliera di minoranza Valentina Pegorer ha espresso «piena solidarietà e vicinanza ad Alessandro Santoianni, quale direttore generale della casa di riposo della parrocchia dei Santi Vito, Modesta e Crescenzia Martiri, sottolineando il grande merito acquisito per le scelte compiute che sono state alla base del giusto e dovuto riconoscimento di cui è stato insignito nonché all’altrettanto meritevole personale della struttura. Una menzione speciale va altresì rivolta all’ottimo personale infermieristico e sanitario dell’hospice e della Rsa, gravato da un compito nuovo a cui ha saputo eccellentemente far fronte».

Intanto la casa di riposo, sul proprio profilo social, ha postato il telegramma di congratulazioni inviato a Santoianni e a Francesca Leschiutta (la coordinatrice infermieristica della residenza ndr) inviato dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Sempre ieri il sindaco di Valavasone-Arzene, Markus Maurmair, ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica chiedendo una sua intercessione affinché l’onorificenza possa essere comunque concessa al direttore:. «Ritengo che molti dei premiati siano stati nominati giustamente per un singolo gesto, un’azione, un’idea a prescindere da ciò che è la loro vita quotidiana – ha scritto Maurmair –. Si è voluto dare luce a delle felici intuizioni (...). Ed è giusto così, altrimenti, ben pochi potrebbero ricoprire il ruolo di “cavaliere per tutta la vita”. Nella normalità di un’esistenza può capitare di compiere un gesto di valore che giustamente è indicato come esempio per sempre: ne abbiamo bisogno in questo mondo di mediocrità». —

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