«IL Sistema di imprese di pordenone rappresenta un grande patrimonio»

Il 24 gennaio 1969 nasceva l’Unione degli industriali della provincia di Pordenone. Per celebrare i 50 anni dell’associazione di categoria è stata organizzata una serie di eventi. Lunedì, alle 17, al teatro Verdi, in particolare, è previsto “Top 500”, una classifica e un riconoscimento delle più significative realtà industriali, per capire i loro bisogni e progettare un sistema territoriale all’altezza della sfida del mercato con cui queste imprese si confrontano. Sarà presente Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria. Nell’occasione il segretario generale aggiunto Usr Cisl Friuli Venezia Giulia, Arturo Pellizzon, ci ha inviato un suo intervento sull’importante ricorrenza che volentieri pubblichiamo.
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Bene ha fatto il presidente Michelangelo Agrusti ad annunciare il 50º compleanno di Unindustria del 28 gennaio 2019. Con la sua lettera apparsa sul Messaggero Veneto di domenica 13 gennaio, oltre a ricordare gli 11 presidenti che prima di lui hanno ricoperto questa importante responsabilità, ha chiamato in causa associazioni e organizzazioni che hanno contribuito alla crescita del Sistema Pordenone in questo mezzo secolo di vita. Senza alcuna retorica anch’io in qualità di ultimo segretario della Cisl di Pordenone (prima di me altri 7), avendo nel frattempo fatto una veloce ricognizione con loro, vorrei ricordare alcune tappe problematiche di questo mezzo secolo, ma con lo sguardo rivolto al futuro.
La prima considerazione è rivolta agli 11 imprenditori o manager che hanno ricoperto il ruolo di presidente pro tempore. Da Luciano Savio per arrivare a Michelangelo Agrusti, abbiamo avuto sempre di fronte personalità capaci di rapportarsi con i sindacati in modo dialettico e costruttivo. Davanti a problemi e situazioni di crisi, attraverso questo rapporto, sono state trovate soluzioni e mediazioni più idonee a salvaguardare il patrimonio industriale e professionale del Sistema Pordenone. A volte abbiamo sperimentato assieme percorsi innovativi come ai tempi della Finind della presidenza Mazza per ricercare nuovi imprenditori che dessero continuità ad aziende in crisi e di prestigio del nostro territorio. Alcune sono ripartite, altre si sono spente, altre ancora hanno garantito reddito e lavoro ai pordenonesi o a quanti decidevano di arrivare nella nostra terra. Ci siamo attivati coralmente per far sì che nel lontano 1982 Zanussi Elettronica attraverso l’intervento della legge 63 e della finanziaria pubblica Rel consentisse la continuità produttiva della Seleco per salvaguardare non soltanto i 1.000 dipendenti di Vallenocello, ma soprattutto la permanenza del nostro Sistema Paese nel settore dell’elettronica civile di consumo. Ricordo a tal proposito l’impegno profuso a quel tempo proprio dall’onorevole Michelangelo Agrusti, perché l’iter sulla ricapitalizzazione della Seleco con la presidenza del dottor Rossignolo procedesse senza intoppo alcuno. C’è l’abbiamo messa tutta, ma alla fine sono rimasti soltanto gli immobili e quel poco che si è salvato dallo spin-off di Sim 2 di Maurizio Cini. Abbiamo purtroppo perso anche un altro settore storico della provincia: il ceramico sanitario. Sino all’ultimo dopo la fine della Pozzi e dopo la chiusura della Ceramica Galvani abbiamo sperato che l’Ideal Standard – in origine Ceramica Scala di Locatelli – non chiudesse registrando la positiva posizione di Unindustria Pordenone per salvare la fabbrica.
Ma dobbiamo anche sottolineare come i processi di industrializzazione così detta passiva abbiano di fatto portato altri due gioielli storici della nostra manifattura, il Gruppo Zanussi e la Savio, in mano a gruppi imprenditoriali e finanziari che ne hanno spostato i centri decisionali. Anche su questo versante dobbiamo constatare quanto impegno comune abbiamo profuso per dare allo stabilimento storico della provincia – la famosa Rex di Porcia – un assetto più solido concentrando in esso il Centro di ricerca del lavaggio della Electrolux. Rispetto alla Savio, siamo in attesa di conoscere chi sarà il nuovo azionista di riferimento visto l’interesse manifestato da diversi imprenditori e gruppi finanziari.
Ma in questo excursus sui 50 anni non possiamo non raccontare alcuni episodi. Le grandi manifestazioni sindacali in piazza XX settembre dove trovava sede la prima sede di Confindustria di Pordenone. Piazza nella quale voglio solamente ricordare la manifestazione con lo sciopero generale provinciale per la Seleco e il primo maggio nazionale di Cgil, Cisl e Uil del 2010 per i lavoratori del gruppo Zanussi Electrolux. In quella sede, si sono realizzati accordi storici, per quanto riguarda il Gruppo Zanussi, ma anche per quanto riguarda il primo accordo provinciale di secondo livello per il settore metalmeccanico e il settore legno-arredo. I protagonisti di tante vicende sono molti, ma dobbiamo citare il segretario della Confindustria Franco Sedran e il direttore del personale della Zanussi Mario Dalle Molle.
Incontri, vertenze, accordi, a volte scontri che non ci hanno mai fatto perdere il gusto della ricerca della mediazione, perché al fondo prevalesse l’interesse del Sistema Pordenone. Un Sistema rispetto al quale abbiamo ciascuno per il proprio ruolo e responsabilità contribuito a colmare i gap infrastrutturali di cui il territorio ha sempre sofferto. È stata importante e significativa la presidenza di Maurizio Cini, con il progetto di indirizzo e di rafforzamento della struttura industriale del territorio, al quale, assieme a tutti gli altri partner coinvolti, ho potuto dare il mio modesto contributo sulla pubblicazione “Pordenone verso il 2019”. Siamo arrivati qui, ma nel frattempo le condizioni istituzionali per il nostro territorio sono cambiate: la Provincia è stata abolita, la Cciaa è stata unificata con Udine. Ora si tratta di dare un nuovo riferimento al Sistema Pordenone. Mi viene da pensare a un piccolo Cnel a livello territoriale. Potrebbe essere un modello, ma ce ne possono essere altri. Quello che più interessa è costituire una sorta di osservatorio che monitori e individui obiettivi e azioni mirate per una direzione di marcia univoca del Sistema Pordenone se siamo convinti che, come dice lo slogan proposto da Unindustria Pordenone, “Da 50 anni l’unione è la nostra forza”. Mi sia permesso augurare buon compleanno per il vostro cinquantennale, sapendo che questa è soltanto una tappa intermedia di tutto il Sistema Pordenone che vuole traguardare al futuro con salde radici nel passato.
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