Il sogno del posto fisso: in ottocento per sei assunzioni - Foto e Video

UDINE. Arrivano dalla Sicilia, da Bari, Potenza, Napoli e Pescara, ma anche Livorno, Pistoia e dall’intera regione. Il sogno è per tutti lo stesso: un posto fisso. Giovani, meno giovani, neolaureati e disoccupati in fila per tentare di “passare” la prova di preselezione del concorso indetto dal Comune per rinforzare l’organico della polizia locale.
Oltre 800 persone per soli sei posti (due dei quali peraltro riservati ai militari congedati senza demerito) sono arrivate ieri mattina da tutta Italia nella sede universitaria di via delle Scienze. Ma prima di poter alzare la penna dal banco gli aspiranti vigili hanno dovuto pazientare per quasi sei ore.
Il test
La prova, infatti, doveva cominciare alle 10.30 ma alle 12 non era ancora terminata nemmeno la fase di registrazione degli iscritti e solo dopo le 15 i candidati hanno potuto concentrarsi sul quiz.
E pensare che vista l’affluenza - l’esame fino a qualche giorno fa era in programma per le 8.30 - il Comune aveva anche deciso di far slittare l’orario delle preselezioni di due ore, per permettere agli uffici di compiere tutti gli adempimenti preliminari per tempo. Alla fine dei 1.136 candidati ad aver presentato la domanda a Udine ne sono arrivati circa l’80 per cento.
Superato questo scoglio sarà la volta della prima prova scritta (lunedì alle 14.30 nella sede di viale Ungheria), poi ne seguirà una seconda, il giorno successivo, e chi avrà ottenuto in entrambe una votazione di almeno 21/30 affronterà l’orale, lunedì 5 dicembre a palazzo D'Aronco.
Ma la lunga attesa non è stata l’unico intoppo della giornata e non sono mancate le lamentele da parte di qualche docente dell’Università, che ha raccontato di essere rimasto bloccato e non aver avuto la possibilità di accedere ad alcune aule per via degli esami in corso.
Le storie
C’è chi è arrivato in treno, chi in auto e chi in bicicletta. Ci sono ragazzi, agenti in servizio, militari e qualche cinquantenne che spera, finalmente, di garantire alla propria famiglia uno stipendio sicuro a fine mese. Sono quasi le 11 e Verusca, 36 anni di Pistoia, preferisce attendere all’aria aperta.
«Dovevamo iniziare alle 10.30 ma stanno appena partendo le registrazioni – afferma –. Da quattro anni lavoro nella municipale con contratti a termine e quando sul sito trovo concorsi vi partecipo, non si sa mai. Ne ho già fatti quasi venti e mi sono preparata – prosegue – ma questa fila mi preoccupa, non me l’aspettavo».
Bruno, 26 anni, è arrivato giovedì sera da Pescara ed è la seconda volta che partecipa al concorso della municipale, ma ha già tentato di entrare anche nel corpo di carabinieri e polizia. «Mi aspetto di tutto – dice – e ho già lavorato come vigile con contratti stagionali».
Andrea, 35 anni, arriva da San Stino di Livenza e aspetta assieme ad alcuni colleghi: «Sono già un agente di polizia locale ma a tempo determinato, come la maggior parte di queste persone credo. È un’opportunità e va sfruttata».
Accanto un collega con una laurea in legge in tasca: «La carriera forense non è semplice, come non lo è trovare lavoro e questa è una buona opportunità». Laureati, precari e disoccupati, senza nemmeno un problema a lasciare la propria casa per un lavoro sicuro.
Come Luciano, 34 anni, napoletano: «Qualche anno fa ho perso il lavoro e da allora mi arrangio, ma sarà difficile superare la prova», o Antonio, 44 anni di Bari: «Sono un autista di pullman, precario, e anche se mia moglie lavora si stenta ad arrivare a fine mese con due figlie. Ne ho fatti tanti di concorsi e sono anche una spesa, ma continuo a provarci almeno per rimanere in graduatoria».
Eleonora, 31 anni, arriva da Livorno e, valigia sempre in mano, è pronta a viaggiare inseguendo il lavoro, ma c’è qualcuno come Eva, di Azzano Decimo attualmente in servizio a Milano, che tenta il concorso per riavvicinarsi a casa: «È dura - confessa -: ora posso tornare da mio marito una sola volta al mese».
Tante persone e pochi i posti: per i candidati ci sarà da lottare e più che una prova di abilità quella di ieri, per molti, si è trasformata in una prova di resistenza. Ma si sopporta, come confermano due giovani friulane, Ilenia ed Elena: «È snervante ma si fa, di questi tempi un indeterminato è un’occasione da prendere al volo».
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