Il sogno di Pozzo: stadio già pronto fra un anno
UDINE. Il nuovo Friuli punta già a diventare lo stadio dei record. Record per l’inedita formula messa a punto da Comune e Udinese calcio per la cessione del diritto di superficie. Record perché la collaborazione fra l’amministrazione e il privato si candida a diventare modello per una normativa nazionale in materia di stadi. E record, infine, per i tempi d’esecuzione dei lavori: il cantiere parte fra 34 giorni, il 16 maggio, e dovrebbe restare aperto 16 mesi. Ma patron Pozzo ha un sogno: «Inaugurare la casa dei friulani fra un anno, a fine campionato».
L’ok definitivo del Coni arriva mercoledì. E ieri pomeriggio la società, a margine dello speciale tv trasmesso dagli studi di Udinese channel, ha dettato il cronoprogramma ufficiale. Dopo l’ultimo match in casa – contro l’Atalanta – cominciano le operazioni per lo spostamento del campo da gioco e gli interventi di adeguamento di spogliatoi e spazi della tribuna. Un’intera estate di tempo, poi alla fine di settembre la storica curva Nord sarà demolita, quindi la Sud e i distinti. Ma lo stadio continuerà a vivere con aperture a scaglioni. L’unica incognita riguarda la burocrazia. «Ma ho grande fiducia nel sindaco e nei suoi uffici perché abbiamo già l’ok sulla carta – ha detto Giampaolo Pozzo –: Honsell ha caratteristiche da grande manager e le ha trasferite ai suoi dirigenti. Ecco le basi della casa dei friulani, perché lo stadio avrà una superficie di 24mila metri quadrati destinata ai cittadini sette giorni su sette».
Dopo la consegna ufficiale della maglietta bianconera al primo cittadino, domenica prima di Udinese-Chievo, continua dunque la luna di miele con la famiglia Pozzo. «Perché la realizzazione dello stadio è stata un’avventura umana – ha spiegato Honsell –. Qui c’è un’invenzione logico giuridica che ha preso il posto dell’assenza normativa. In Italia è pieno di sindaci alle prese con il problema di uno stadio che non riescono a mantenere e valorizzare».
L’operazione Friuli consente al Comune di risparmiare oltre un milione di euro l’anno, «cifra spesa soltanto per mantenere la struttura a norma – ha precisato Honsell –. In più la società bianconera pagherà un affitto parametrato ai canoni Istat e il Comune manterrà l’uso della struttura per alcuni giorni l’anno». Ecco la formula che non più tardi di quattro giorni fa il direttore amministrativo dell’Udinese calcio, Alberto Rigotto, ha presentato in una riunione a Firenze, a casa del primo cittadino, Matteo Renzi, e davanti al vicesegretario del Pd, Enrico Letta. «Il modello Friuli fa scuola anche in campo normativo perché qui c’è un accordo fra privato e amministrazione. Si assicura nuova vita all’esistente e si impegnano cifre ragionevoli, mantenendo l’originale destinazione d’uso del bene – ha rimarcato Rigotto –. Sbloccare situazioni come questa a livello nazionale significa mettere in piedi cantieri e creare centinaia di posti di lavoro (circa 500 a Udine, ndr) che sono l’ossigeno per l’Italia». Affidate al progettista Roberto Regni dell’Area progetto associati, le note tecniche. «La distanza fra la tribuna ovest, quella sormontata dall’arco, e il campo di gioco passa dai 24 metri attuali a 13, da 40 a 10 per la curva. Ma il Friuli è anche il migliore stadio in Italia per i disabili secondo il Coni per accesso e visibilità, con posti riservati in tribuna vip e pure in tutti gli altri settori».
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