Il successo di Interna: arredi extralusso per i “nuovi ricchi”

TAVAGNACCO. I cristalli Swarovski del lampadario accecano tanto sono luminosi, mentre l’oro del legno che incornicia i divani damascati scalda gli occhi, rapiti dal fasto e dall’opulenza di una collezione di pezzi d’arredo unici. Esclusivi.
Destinati a un ricco costruttore cinese di 50 anni, che ha commissionato l’intero arredamento della sua abitazione ad Interna, l’azienda guidata dai coniugi Derna Del Stabile e Diego Travan, che in questi anni ha scalato le più ardite vette del lusso.
Sua la firma di diversi alberghi a sette stelle, esclusive navi da crociera, paradisiache Spa, boutique e concept store di marchi dell’haute couture. Da Cartier a Chanel, da Prada ad Armani.
Un business in continua espansione, pronto a sfondare quest’anno i 25 milioni di euro di fatturato (la crescita è del 10 per cento) e forte di contratti già firmati da qui al 2020 che vedrà il gruppo friulano impegnato sempre più anche nel settore delle residenze private. Complice la moltiplicazione dei nuovi ricchi e la loro fascinazione per tutto ciò che è italiano.
Il settore promette grandi margini di manovra. E soddisfazioni. Come nel caso della villa cinese per cui Interna ha realizzato - valore complessivo 4 milioni di euro - pezzi di grande pregio che fino a ieri, quando hanno preso la via dell’Estremo Oriente, erano esposti in azienda.
A Tavagnacco, dove l’esigente committente ha voluto toccarli con mano approfittando di un viaggio a Venezia. Si tratta di produzioni esclusive, «realizzate dai migliori artigiani d’Italia» in appena sei mesi. Forse sette. «Il mercato corre. E noi dobbiamo stargli dietro». Vestita in jeans e cardigan, con un volant sulla camicetta, unica concessione al suo outfit improntato alla praticità, Del Stabile ci ha accompagnati ieri a vedere i mobili di fresco promossi.
Rinunciare alle formalità per dedicarsi alla sostanza è la filosofia che regna in azienda. Orgogliosa d’essere friulana, ma lontana dal modello del “paron” e capace di un respiro internazionale. «Merito dei nostri 60 manager» non esita a chiarire l’imprenditrice con uno sguardo carico di intenzione, vero, senza trucchi (e trucco). Parlare di Interna senza parlare della coppia, che nel 1989 le diede vita, è impossibile.
Pochi gli ingredienti dell’esordio. Una domenica in famiglia, un figlio in fasce e una vita tutta da inventare. Insegnante precaria di tedesco lei, avvocato innamorato (grazie a Rino Snaidero) del contract di lusso lui. All’inizio non c’è che un’insegna, affissa fuori da un sottoscala a Manzano.
A libro paga solo Claudia, una giovane dipendente part-time che dopo 26 anni è ancora con loro. Incrociandola nei corridoi, Del Stabile la saluta con affabilità.
Dal primo albergo di lusso, l’Hyatt Regency a Belgrado, Interna è cresciuta riuscendo oggi ad imporsi nell’olimpo degli hotel a sette stelle. Il massimo. «Alberghi lussuosissimi per i quali, al netto dei muri, realizziamo tutto, ovviamente in Italia, impiegando - spiega la titolare - una rete di imprese artigiane che dà lavoro a circa mille persone».
Specializzate in micro produzioni di altissima qualità. Come i mobili partiti ieri alla volta della Cina. Paese che per Interna rappresenta un grande mercato, intercettato con una delle due aziende estere del gruppo (l’altra è stata inaugurata di fresco in Inghilterra), votata al contract degli alberghi cinesi di lusso, ma capace anche d’intercettare nuovi bisogni e mercati come quello residenziale.
D’altronde proprio in Cina cresce in maniera esponenziale il numero dei nuovi ricchi che, oltre ad avere consistenti disponibilità economiche, hanno anche una forte passione per il made in Italy in termini di creatività, design e qualità delle produzioni.
«A dimostrazione che l’internazionalizzazione è un’opportunità per far crescere le nostre aziende qui - conclude Del Stabile -. In Friuli. E che bisogna diversificare». Ampliare la gamma del business a garanzia delle tante variabili che incidono sul lavoro di aziende come Interna, costretta a fare i conti con il mercato, ma anche con le bizze della geopolitica.
Al Radisson Blu di Nairobi, la stessa catena di hotel colpita dai terroristi in Mali, le 300 maestranze impegnate ad allestire l’albergo hanno dovuto lavorare sotto scorta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto