Il Tar boccia la discoteca delle “Piramidi”

GRADO. Niente discoteca alle “Piramidi”. È stato rigettato dal Tar del Friuli Venezia Giulia, dando piena legittimità al percorso intrapreso dal Comune di Grado, il ricorso presentato dalla Gesthotel che aveva partecipato alla gara per riaprire la discoteca all’aperto.
Un locale notturno che nel tempo aveva anche cambiato nome, passando ad esempio da Caribe a Guendalina, ma che in realtà ha avuto successo solo nelle prime annate di gestione.
Dopo gli inizi di successo, infatti, vuoi anche per le innumerevoli proteste di chi risiedeva nelle vicinanze - non tanto disturbato dalla musica, ma dalla presenza per tutta la notte di giovani e dal traffico di automobili e moto - la discoteca è stata chiusa.
Ma sulle sarracinesche abbassate aveva pesato anche il cambiamento dei gusti della clientela. La discoteca, insomma, aveva segnato il passo. E poi? La gara pubblica bandita dal Comune era stata aggiudicata alla Gesthotel che aveva presentato l’offerta migliore (solo altri due concorrenti avevano partecipato).
Ma per vari motivi i vincitori non aveva mai aperto il locale e completato la sistemazione dell’area di propria competenza. A quel punto erano emerse richieste da parte della ditta al Comune affinché lo stesso si occupasse del ripristino di una parte dell’area.
Cosa che, a detta del Comune, competeva invece alla ditta. E la sentenza del Tar ha confermato proprio questa tesi. La lite ha però bloccato per anni la possibilità di indire una nuova gara e di usufruire dell’area. Va ricordato che le “Piramidi” non sono esclusivamente occupate dallo spazio dell’ex discoteca, ma comprende anche una zona di carattere sportivo.
Risolta la prima parte della querelle, l’area è qualche tempo ritornata a pieno titolo del Comune.
Non a caso quest’ultimo ha anche messo sul tavolo alcune ipotesi per il riutilizzo. Proprio recentemente, dopo i sopralluoghi effettuati dal commissario straordinario al Comune, Claudio Kovatsch, assieme ai tecnici comunali e ai responsabili provinciali dei Vigili del fuoco, si è parlato della possibilità dell’utilizzo della struttura da parte dei pompieri. In questo modo i mezzi di soccorso avrebbero a disposizione una sede idonea e ampia, in posizione baricentrica dell’isola, con facilità di accesso ai percorsi viari.
Una struttura che per i Vigili del fuoco potrebbe anche diventare stabile, durante l’intero anno, così come un tempo lo era la caserma di via Marchesini.
La sentenza del Tar obbliga la Gesthotel, difesa dall’avvocato Luca Pavanetto, anche al pagamento delle spese. I giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno confermato che la gara era una concessione di beni demaniali.
È venuta dunque meno la richiesta dei lavori di ripristino, quelli che l’aggiudicataria pretendeva fossero fatti a spese del Comune, che a riguardo è sempre stato difeso dall’avvocato Francesco De Benedittis.
Scrive il Tar con il presidente Umberto Zuballi, assieme a Manuela Sinigoi e Alessandra Tagliasacchi: «Inoltre la ditta ricorrente aveva preso visione in precedenza del sito e le sue lamentele circa l’impossibilità di utilizzarlo per gli scopi previsti risultano alquanto generiche e prive di alcun supporto probatorio».
E ancora: «Compito poi del concessionario non era effettuare lavori, ma solamente alcuni interventi di manutenzione ordinaria necessari per il mantenimento del parcheggio e delle attrezzature, compresa la manutenzione dell’area verde di pertinenza. Si trattava in sostanza di rendere agibile l’area destinata allo spettacolo all’aperto, senza nessun reale lavoro».
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