Il Tar: stop illegittimo ai parti nel punto nascita
Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di San Vito al Tagliamento. Secondo i giudici il decreto della Regione non specifica i termini della sospensione
Uno a uno, palla al centro. Il Tribunale amministrativo regionale riapre la partita del punto nascita di San Vito, sospeso nel novembre 2023 con decreto della Regione.
Il Comune, a gennaio dell’anno scorso, aveva deciso di impugnare l’atto presentando ricorso al Tar che, ieri, ha pubblicato la sentenza. Ritenendo valide alcune delle argomentazioni presentate dal Comune – assistito dall’avvocato Salvatore Spitaleri, già segretario regionale del Pd – il tribunale ha dichiarato illegittimo il decreto della Regione.
Il motivo? In estrema sintesi, l’atto non specifica il termine ultimo della sospensione del punto nascita, violando quanto previsto dal diritto amministrativo. Il Tar ha dato tempo all’azienda sanitaria trenta giorni per poter indicare il termine finale della sospensione.
La sentenza, quindi, non dispone l’annullamento del decreto, onde evitare la riapertura del punto nascita, chiuso a fronte della mancanza dei requisiti di sicurezza evidenziata dall’Asfo.
La partita, come detto, è tutt’altro che chiusa. Se da un lato per il Comune di San Vito il risultato raggiunto ieri riapre il futuro della struttura, dall’altro, come ha dichiarato il direttore generale dell’Asfo Giuseppe Tonutti, passi indietro sulla chiusura del punto nascita non ce ne saranno.
«La sospensione del servizio non è altro che uno strumento per mascherare la volontà di chiudere definitivamente il punto nascita – ha dichiarato il sindaco di San Vito, Alberto Bernava –. Basti considerare che il decreto è arrivato nel momento in cui la struttura registrava meno di 500 parti, il limite imposto dalla normativa per considerare un plesso sicuro».
A oggi, per il Comune sono diversi gli elementi che rendono la riapertura necessaria, a partire dalla prossima rescissione della convenzione col punto nascita del policlinico San Giorgio e la necessità del supporto di una realtà in prossimità del Veneto.
«Inoltre – ha concluso Bernava – la deroga richiesta per le strutture di Latisana e Tolmezzo, entrambe sotto i 500 parti annui, dimostra che anche San Vito ha diritto a una valutazione equa e coerente».
L’ex parlamentare Antonio Di Bisceglie (Pd) non si concede nemmeno il tempo di festeggiare che rivendica la paternità sul ricorso al Tar in qualità di promotore dell’iniziativa. Non sono tardate le reazioni.
«La sentenza è una pesante sconfitta per Fedriga e Riccardi che, evidentemente, nel sospendere l’attività hanno fatto un’assurda forzatura», la riflessione del consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd).
Per il segretario regionale di Sinistra italiana Sebastiano Badin, la pronuncia del Tar è l’occasione per la Regione di tornare sui propri passi.
«La giunta regionale – ha commentato la consigliera regionale Simona Liguori (Civica Fvg) appresa la sentenza – dovrebbe avere il coraggio di ammettere l’errore e tornare sui suoi passi, restituendo alla comunità il punto nascita dell’ospedale di San Vito».
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