Il Team Cannondale chiude Lavoro a rischio per 40

PORDENONE. È la fine di una favola, di una bella storia di sport. Per i meno romantici è la fine di un’impresa, una delle decine che ogni giorno muoiono anche in Friuli. Solo che l’azienda di cui parliamo è un po’ particolare. Si tratta del Team Cannondale, squadra con la licenza Pro Tour, tra le big del ciclismo internazionale, badget molto superiore ai 5 milioni l’anno.
Da quasi due anni il “cervello” del team è americano, interamente passato al colosso delle biciclette, ma la sede operativa della vecchia e gloriosa Liquigas, quella di Basso, Nibali, il giovane Sagan e altri big del pedale, è rimasta in una palazzina di Sesto al Reghena di proprietà di quello che è ancora il team manager della compagine, Roberto Amadio.
In quella palazzina, nella sala riunioni, come mostra la segretaria del team Rosella Tonin, sono appese le maglie dei trionfi: il Giro di Basso del 2010 con l’assolo sullo Zoncolan, la Vuelta di Nibali nello stesso anno, il podio al Tour dello Squalo nel 2012, la maglia verde di Sagan sempre alla Grande Boucle e altri cimeli. Al termine della stagione, tutto qiesto non ci sarà più. Il team confluirà nella squadra inglese Garmin-Sharp.
Gli amercani porteranno le biciclette e alcuni corridori sotto contratto (tra i più noti il promettente Davide Formolo, Moreno Moser e lo sprinter Elia Viviani, fidanzato della campionessa italiana, la friulana Elena Cecchini), mentre massaggiatori e tecnici si troveranno senza lavoro. Una quarantina di persone, perchè nel team non ci sono solo corridori, ma anche, e in questo caso soprattutto, autisti, meccanici, massaggiatori, direttori sportivi, tutta gente che ha sulle spalle decine di Giri e Tour de France e che ora dovrà cercarsi una sistemazione. E farlo all’improvviso non sarà facile perchè, nonostante le apparenze, il mondo del ciclismo di vertice, almeno in Italia, sta vivendo una crisi pazzesca.

È lontano l’autunno del 2008 quando la Liquigas di Basso e Pellizotti trasferì la sede operativa da San Donà di Piave a Sesto al Reghena. Iniziava l’epoca d’oro del team. Nella sede era un via vai di atleti, tecnici tra riunioni, test atletici, arrivo di bici avvenieristiche. Nella palazzina c’erano addirittura una foresteria per gli atleti e una palestra per i test di Paolo Slongo, il preparatore atletico che quest’anno, passato all’Astana, ha condotto Vincenzo Nibali alla conquista del Tour.
La segretaria ora mostra con tristezza quei trofei. Il team è impegnato alla Vuelta di Spagna, sarà l’ultimo grande giro della storia. Ci sono Sagan (che andrà a correre con Basso nella ricca Saxo-Bank di Contador) e il friulano De Marchi, che nel 2015 correrà per la Bmc. E tra il personale c’è molta tristezza. È gente che vive tra Veneto e Friuli (c’è anche il massaggiatore Yankee Germano di Terenzano di Pozzuolo) e che si troverà in pochi giorni dal caotico, affascinate, pazzo mondo del grande ciclismo a disoccupati.
La sede di Sesto al Reghena, di proprietà del team manager Roberto Amadio (che sta cercando di formare un altro team ma l’impresa vista la crisi è tutt’altro che facile) si svuoterà, i camion nero-verdi e i bus-albergo dei corridori saranno venduti dalla società americana che li ha rilevati proprio un anno fa dalla vecchia gestione Liquigas.
Insomma, quella della Cannondale è la storia di un’impresa che chiuderà. L’ennesima in Friuli. Anche se molto particolare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto