Il “testamento” lasciato ai ragazzi

La grande famiglia della Gymnasium si fa forza e guarda avanti.
La notizia della prematura scomparsa di Barbara Scaini ha suscitato profonda tristezza. Barbara ha fatto parte di una squadra brillante, con Francesca Salvalajo, poi olimpica a Barcellona nel '92. Era la “generazione dei fenomeni” del nuoto, sia per i risultati che per il clima irripetibile di quei momenti vissuti assieme.
Un po' di nomi: Guido Surza, Raffaele Riem, Stefano Segato, Alberto Rui, Giovanna Fonda. Attorno, gli stessi figli del Prof, che appartenevano alla stessa generazione, come Andrea e Claudio Deiuri; e nel gruppo, fuori dalla vasca, c’era pure il compianto Paolo Sandrin. Tempi meravigliosi. Il ricordo più lucido è di Fausta Galuzzi, olimpica a Roma nel 1960, ma soprattutto moglie del “Prof”, Guido Deiuri. Fausta conserva nel cuore un momento speciale di Barbara: «Per i festeggiamenti legati al 25° anniversario di fondazione della Gymnasium, nel 2001, volle partecipare e prendere la parola – ricorda –. Stava già combattendo contro il male. Ebbene si rivolse ai ragazzi in modo molto sensibile, incoraggiandoli alla pratica sportiva».
Riconsiderando oggi quel suo intervento, sembra quasi un testamento spirituale. L’ultima dell'ambiente ad averla vista, lo scorso luglio, è stata l’ex compagna di allenamenti Francesca Salvalajo. Non erano rivali, pur cimentandosi entrambe nel dorso, insieme alla regina di quel periodo, Lorenza Vigarani. «Barbara è stata una ragazza con una personalità molto forte – racconta Salvalajo –. Siamo entrate subito in sintonia quando arrivò alla Gymnasium; d'altronde ci conoscevamo già, perchè ci ritrovavamo in vasca per le gare regionali. Lei aveva molta stima di me».
Alla campionessa pordenonese resta impresso il ricordo di quell'ultimo incontro, a luglio, per una pizza in compagnia di un'altra compagna di allora, Silvia Venturini: «Stava meglio, i valori erano stabili ed era fiduciosa. Abbiamo continuato a sperare». Per Andrea Deiuri, storico allenatore della Gymnasium e figlio del tecnico che l'allenò, Barbara Scaini ha affrontato la malattia come se fosse ancora una nuotatrice. «Lo spirito era quello – assicura – ha combattuto fino all’ultimo come se stesse affrontando una gara. Siamo tutti profondamente addolorati. Era una persona che si faceva voler bene, una ragazza d'oro». (r.p.)
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