Il titolare dell'impresa: "E’ franata sul terreno ghiaioso"
PORCIA. Di fronte al disastro di lunedì in molti si sono chiesti come sia potuto accadere che una gru di oltre dieci tonnellate, installata nel cuore di un quartiere residenziale, si sia potuta abbattere al suolo in quel modo.
È la stessa domanda che si è fatto Paolo Stefanin, titolare dell’omonima impresa di costruzioni con sede a Chions (proprietaria del cantiere) che ora dovrà affrontare le possibili conseguenze di carattere giudiziario.
Come da prassi in casi come questi, Stefanin è stato chiamato a seguire gli accertamenti delle autorità competenti per individuare la causa del crollo del gigantesco mezzo, alto una quarantina di metri e con il braccio lungo cinquanta.
«La gru era seminuova – ha commentato l’impresario –. Non era in manovra quando è caduta, non c’era nessuno a bordo. È franata sul terreno ghiaioso».
Poche parole, pronunciate a denti stretti mentre osservava, comprensibilmente teso, le operazioni dei vigili del fuoco intenti a smontare il mezzo per liberare il parcheggio e la strada, nonché la casa al civico 2 di via Alfieri, dall’ingombro metallico.
Toccherà ai tecnici del Servizio prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spisal) e ai Vigili del fuoco stabilire cosa sia accaduto in funzione dell’accertamento di eventuali responsabilità. Sul luogo del crollo anche carabinieri e polizia.
La dinamica, stando alle ricostruzioni dei soccorritori, risulterebbe abbastanza chiara: la buca, scavata proprio di fronte alla gru per gettare le fondamenta della nuova costruzione, avrebbe destabilizzato il terreno, provocando il crollo delle piastre su cui poggiava il mezzo e lo scivolamento dello stesso in avanti.
«Ci troviamo di fronte a un clamoroso errore umano» secondo il vicesindaco Giuseppe Moras, accorso sul posto in vece del primo cittadino Giuseppe Gaiarin, fuori provincia. Il cantiere, ha ricordato la seconda carica politica della città, era già stato in passato al centro delle polemiche per lo stato di abbandono in cui periodicamente versava, ma mai prima di ieri – a suo dire – se ne sarebbe messa in dubbio la sicurezza.
«Le lamentele si erano limitate all’erba alta e al crollo di una rete, poi ripristinata dalla ditta». Niente che lasciasse presagire l'episodio di ieri, dunque, sul quale si dovranno fare ulteriori approfondimenti.
Tra le prime persone che si sono trovate ad attraversare via Roma nei minuti successivi all’incidente anche Marco Sartini, consigliere comunale, che è architetto.
«Sarà importante – ha sottolineato – accertare le singole responsabilità, dall’impresario al professionista che ha eseguito i calcoli sulla piastra d’appoggio, sino al capo della sicurezza in cantiere».
Da esperto in materia, conferma la ricostruzione dei fatti ipotizzata: la gru, poggiata su piastre e non ancorata al cemento armato, si è sbilanciata per via di quel buco creato ai suoi piedi smuovendo il terreno, che non ha retto sotto il peso dell’imponente mezzo.
«Poteva essere un disastro», ha concluso il consigliere comunale Elisa Barbuto, riassumendo con questo commento la tremenda vicenda.
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