Il top manager che resta legato alle sue radici

Cavasso Nuovo omaggia Maurizio Castro Onorificenza consegnata in municipio
Di Giulia Sacchi

CAVASSO NUOVO. Un legame profondo con le proprie radici cavassine, suggellato dalla cittadinanza onoraria del piccolo comune montano. «Un regalo straordinario quello che ha voluto farmi l’amministrazione guidata dal sindaco Emanuele Zanon»: così Maurizio Castro, personaggio distintosi in ambito accademico, professionale e politico, originario di Cavasso Nuovo, ha definito l’onorificenza conferitagli dal municipio. Un riconoscimento che contribuisce a rendere ancora più forte il senso di appartenenza di Castro alla comunità locale.

Luoghi dell’infanzia. Quel piccolo paese in cui è nato il 19 settembre 1954, dove ha trascorso le estati a casa della nonna materna e in cui appena può, «almeno una volta l’anno», torna assieme alla famiglia anche solamente «per un rapido passaggio, ma sempre piacevole per riassaporare il profumo del passato», ha voluto rendere omaggio a una persona brillante e di successo, che ha contribuito a portare il nome di Cavasso Nuovo fuori dei confini anche nazionali. Ma nonostante la carriera lo abbia condotto in giro per il mondo (ora risiede con i familiari a Vittorio Veneto), Castro non si è mai dimenticato del suo comune natale, anzi. «E’ un luogo che ricordo sempre con profondo affetto – ha detto –. Sono nato a Cavasso, in casa, con la nutrice, come accadeva negli anni Cinquanta. Mia madre, Dolores Pontello, era originaria del paese: risiedeva in via Roma 2. Dell’abitazione, purtroppo, non è rimasta traccia. E’ stata distrutta dalla scossa di terremoto del 15 settembre 1976». Le estati trascorse a Cavasso Nuovo sono un ricordo indelebile nella mente di Castro. «Abitavo con i miei genitori a Casarsa, dove mio padre era di stanza come soldato, ma sino ai 12 anni sono sempre andato d’estate a trovare mia nonna a Cavasso – ha ricordato –. Assieme ai ragazzi del paese, andavo a catturare gamberi nelle vicinanze del Palazat e a prendere l’acqua alla fonte Recoaro. Conservo bei ricordi di quegli anni, della vita semplice di paese, delle persone genuine che ho incontrato. Sento miei i valori che contraddistinguono la comunità cavassina: lavoro, dignità, serietà e rispetto. Una comunità franca, solida e aperta».

Atmosfera ritrovata. Gli anni sono passati, ma nulla su questo fronte è cambiato. «Il giorno della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria, ho ritrovato la stessa apertura e il medesimo calore che sentivo da bambino – ha raccontato con soddisfazione –. L’accoglienza che io, mia moglie e mio figlio abbiamo trovato è stata splendida». I compagni di giochi e di avventure estive non sono mancati all’importante appuntamento: hanno voluto rendere omaggio all’amico d’infanzia, prendendo parte alla manifestazione. E così hanno fatto anche ex colleghi di lavoro dell’Electrolux, rappresentanti di organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, del volontariato e del mondo politico – Castro è stato senatore del Pdl –, tra cui amministratori locali e regionali (Franco Iacop, Armando Zecchinon e Luca Ciriani), nonché l’imprenditore veneziano Enzo Ferro, anche lui cittadino onorario di Cavasso Nuovo. Una prova tangibile della stima che provano in primis quanti hanno operato al fianco di Castro. «Tanti tratti della mia vita friulana si sono ricongiunti in occasione di questa cerimonia – ha detto, non nascondendo la commozione –. Ho rivisto vecchi amici, colleghi e persone che mi hanno accompagnato in tante esperienze di vita».

La sua visione. E dal comune in cui affondano le sue radici Castro ha voluto lanciare un messaggio al territorio e alle realtà industriali locali, invitandoli a puntare proprio sul radicamento. «Per dare linfa competitiva al sistema produttivo dobbiamo continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto, in tutti i settori – ha messo in evidenza –. Non possiamo immaginare che la provincia abbandoni la produzione, per esempio, di mobili ed elettrodomestici. Al contrario dobbiamo pensare a radicarci in queste competenze e riposizionare i nostri prodotti, apprezzati nel mondo per la qualità, nei segmenti più alti e pregiati». Un invito a continuare a «essere unici» lanciato da una location non casuale, il Palazat, che ospita anche il museo dell’emigrazione. «I nostri emigranti portavano nel mondo competenze artigianali irripetibili e irriproducibili, che rappresentavano un unicum – ha osservato –. Proseguiamo in quella direzione, non dimenticando l’importanza comunque dell’innovazione». E nel «processo di innovazione generato dalla tradizione» devono avere un ruolo fondamentale i lavoratori. «Questi ultimi sono i portatori di sapere – ha rilevato Castro – e devono quindi rivestire un ruolo sempre più da protagonisti, essendo l’azienda una comunità basata su un patto».

La partita Electrolux. E se si parla di realtà produttive della provincia e di non abbandonare il settore dell’elettrodomestico, non può mancare un passaggio di Castro sulla partita Electrolux, dal momento che è stato direttore centrale del gruppo Electrolux-Zanussi in Italia e senior executive vicepresident della linea di prodotto components del gruppo Electrolux. L’ex manager della multinazionale invita «ad accelerare i tempi del confronto per scongiurare 400 esuberi nel sito di Porcia, perché nel 2017, data entro la quale dovrà essere tradotto in realtà il piano per salvare almeno 150 posti di lavoro, potrebbe essere impossibile recuperare. Il fronte dell’elettrodomestico è più in movimento rispetto a un anno fa e lo scacchiere europeo è turbolento: si deve correre per recuperare la competitività di cui anche lo stabilimento di Porcia necessita. Bisogna mettersi in marcia e risolvere la questione entro qualche mese: serve essere solerti nell’aprire il tavolo di trattativa». Un appello in linea con quello appena lanciato dai sindacati, che hanno chiesto un incontro alla Regione. «Le istituzioni devono essere attive, farsi promotrici di iniziative di confronto e negoziazione e poi di accordi, nonché eseguire monitoraggi costanti e penetranti approfonditi – ha chiarito –. L’intesa ministeriale di maggio 2014 è un accordo di tregua, non di pace. Quest’ultima deve essere ancora sottoscritta. Perciò le istituzioni non si siedano, se non attorno a un tavolo di concertazione. E’ tempo di agire».

Una grande esperienza. Un bagaglio di conoscenze a tutto tondo, quello di Castro, acquisito con esperienze di livello e che ora intende mettere a disposizione del suo comune natale. «Il sindaco Zanon mi ha messo subito al lavoro – ha scherzato il cittadino onorario, rilevando che la collaborazione col Comune è più che un piacere (e per entrambi) –. Abbiamo diversi progetti in cantiere, tra cui un appuntamento annuale di riflessione su relazioni industriali e politiche del lavoro con esperti e studiosi. In primavera, in occasione delle iniziative per il 40º del terremoto, che cade tra l’altro nell’anno del centenario della Zanussi, il sindaco ha in mente di organizzare un evento incentrato sulla storia del Friuli: com’era, com’è e come sarà. Una discussione sul recupero di esperienze e valori sociali ed economici. Un’idea interessante cui garantirò il contributo». E la soddisfazione del primo cittadino è notevole: «La collaborazione di Castro sarà preziosa. Un apporto di cui potranno beneficiare Cavasso Nuovo e anche i comuni limitrofi. E’ soprattutto in momenti di crisi che le spinte e gli aiuti di persone competenti, attente al territorio e sensibili possono rivelarsi determinanti per una svolta. La cittadinanza onoraria a Castro vuole testimoniare la stima e l’affetto della comunità nei suoi confronti».

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