Il trenino da 240 mila euro dopo un anno resta ai box

Un caso di sprechi in Valcellina. Mancano gestori, percorsi e autisti e il mezzo è ancora in un garage in Veneto. Oggi vertice con l’Atap ma è già passata mezza estate. Futuro pieno di incognite

PORDENONE. Un investimento da 240 mila euro, tra soldi pubblici e tasse, dopo oltre un anno ancora totalmente infruttuoso. E’ quello per il trenino turistico della Valcellina che, a 14 mesi dall’acquisto da parte della Comunità montana, non soltanto non è entrato in funzione, ma è ancora fermo alla Dotto trains, l’azienda di Castelfranco Veneto che l’ha realizzato. Di più: la gestione del mezzo non è stata affidata, i percorsi sono in fase di valutazione, manca l’immatricolazione e per gli uffici turistici del territorio «il mezzo è inesistente».

I tempi. Se l’estate 2013 doveva rappresentare un banco di prova per capire se l’acquisto potesse considerarsi un investimento o uno spreco, anche quest’anno risulterà difficile stilare un bilancio. A metà luglio il trenino è ancora fermo e, se tutto andrà bene, i turisti potrebbero riuscire a salirvi a bordo ad agosto, su un unico percorso: Barcis - Andreis, l’unico sinora approvato. Ma il condizionale è d’obbligo, perché sull’attivazione del convoglio restano tante incognite.

La gestione. Chi si occuperà della gestione del trenino? Non si sa: a tutt’oggi non è stato affidato formalmente un incarico. A guidare il mezzo potrebbero essere gli autisti dell’Atap, ma restiamo all’uso del condizionale: a questa azienda, infatti, la Comunità montana ha chiesto la disponibilità a esercitare il servizio turistico per la Valcellina, orientativamente da agosto. L’azienda ha fatto sapere che è in atto una fase di ricognizione normativa sull’incarico, che rappresenterebbe peraltro soltanto un primo passo verso la reale effettuazione del servizio. I tempi? Dipendono da enti terzi e non dall’Atap, come ha chiarito l’ingegnere dell’azienda dei trasporti Luca Piasentier, ovvero dai proprietari delle strade che saranno interessate dal passaggio del trenino e dalla Provincia, che dovrà valutare eventuali sovrapposizioni col trasporto pubblico locale.

Per oggi, in tal senso, è in programma un incontro tra la Comunità montana e l’Atap. Nella sede della motorizzazione civile saranno verificati alcuni aspetti relativi alla gestione del servizio. Non si tratterà però di un meeting che porterà all’affidamento formale: oggi, in poche parole, non verrà siglato alcun accordo. Chiunque sarà il gestore, infatti, l’incarico avrà durata annuale: una fase sperimentale necessaria per capire costi e introiti.

I percorsi. Ieri, in Valcellina, si è tenuta una conferenza dei servizi a cui hanno preso parte i sindaci della zona e gli esponenti della Comunità montana, per fare un riepilogo sugli itinerari del trenino. Di percorsi certi, sinora, ce n’è soltanto uno: quello della Forra, da Barcis ad Andreis. I biglietti potrebbero costare 3 euro ed essere venduti a Ponte Antoi, nel punto di partenza, o a bordo del mezzo. Anche su questi fronti siamo alle ipotesi. Per quanto riguarda gli altri itinerari, si dovranno acquisire i pareri degli enti proprietari delle strade, come previsto dalla normativa. Il protocollo d’intesa per l’uso del convoglio è stato siglato dai Comuni di Andreis, Barcis, Claut, Cimolais, Erto e Casso e Montereale.

Da quanto si è appreso, il trenino potrà essere sfruttato da Erto e Casso, per 30 giorni, per implementare la proposta di visite sulla diga del Vajont, in particolare in occasione del 50° dalla tragedia. Cimolais lo ha richiesto per le sue manifestazioni di punta, mentre Maniago vorrebbe metterlo a disposizione a Natale. Non è escluso un utilizzo a Piancavallo, per collegare l’area degli impianti sportivi con piazzale Della Puppa. Ma ciò che più conta è che il trenino, spesi tutti questi soldi pubblici, passi dal garage alla strada, per un utilizzo concreto. Altrimenti, oltre ai tempi, si allungheranno rimpianti e polemiche.

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