Il vescovo Mazzocato nel duomo di Udine: qui Eluana fu lasciata morire

L’omelia del presule: si vede poca passione in difesa della vita
UDINE.
«La vita umana va rispettata. Sappiamo quanto la nostra provincia e la nostra città siano state toccate dalle gravi questioni che investono la fine della vita. Sono state toccate nella persona di una giovane donna che qui è stata lasciata morire». Se sabato in municipio, durante l’incontro con l’amministrazione comunale, l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato aveva solo evocato il caso di Eluana Englaro, ieri sera, durante la celebrazione in duomo per la Giornata nazionale per la vita, il riferimento è stato molto più esplicito e forte.

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In una cattedrale gremita di fedeli, il presule si è soffermato, infatti, sul dibattito in corso sul fine vita ricordando, senza citare il suo nome, la donna che due anni fa era stata accolta nella casa di riposo “La Quiete” per dar seguito alla sentenza della Corte d’appello di Milano, confermata poi dalla Cassazione, che autorizzava la rimozione del sondino che la teneva in vita da 17 anni.


Un caso che, secondo l’arcivescovo, ha creato una sorta di indifferenza e assuefazione nei confronti della vita umana. Ecco perché il suo monito è andato oltre soffermandosi anche sui dibattiti che da oggi a mercoledì si susseguiranno in città sul fine vita. Il presule auspica infatti che questi temi non vengano strumentalizzati. «Nei dibattiti, che tornano periodicamente –, ha proseguito Mazzocato – temiamo di non percepire una sofferta passione per la vita umana; e Dio non voglia che ci sia qualche ombra di strumentalizzazione. Anche se si riserva la libertà di dire una parola chiara, la Chiesa sa che non si difenderà il valore intangibile della vita umana con dibattiti o manifestazioni, a volte, a effetto». E ancora: «Non è su questa strada che si difende la vita».


Ma per l’arcivescovo difendere la vita significa anche rifiutare l’aborto. «Le statistiche descrivono un Friuli nel quale non s’arresta la diminuzione di bambini che nascono ogni anno. Per un popolo, questo dovrebbe essere un dato inquietante perché pone interrogativi seri sul proprio futuro» ha evidenziato il presule secondo il quale con indifferenza si accetta «l’alto numero di aborti praticati annualmente nelle strutture sanitarie». Da qui l’invito a impegnarci tutti a favore «dei nostri fratelli e della loro vita che è un dono intangibile di Dio».


E dallo stesso pulpito, Mazzocato ha incoraggiato «quanti già lo fanno anche in modo associato, come sono i componenti dei Centri aiuto per la vita così benemeriti nella loro azione a favore delle nuove vite che sono state concepite e a favore delle mamme che le portano in grembo». Lo stesso incoraggiamento è stato rivolto alle case di riposo, agli hospice e alle famiglie che si prendono cura degli anziani e dei disabili gravi.


L’omelia dell’arcivescovo ha toccato le coscienze dei fedeli rimasti per qualche minuto in un silenzio profondo.


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