Il virus si porta via Bergamin Era l’anima del colosso del mobile

LATISANA

Con Giovanni Bergamin, morto all’età di 87 anni, non scompare solo una figura storica del commercio veneto (con base a Portogruaro). L’azienda di famiglia, il marchio Bergamin, ha lasciato un’impronta (ben visibile ancora oggi con il suo punto vendita di Magnano in Riviera) non indifferente nel settore dell’arredamento in Friuli. Sin dai primi anni Trenta, quando su iniziativa del padre di Giovanni (Alessandro) aprirono i primi magazzini al tempo utilizzati per lo stoccaggio di materiali per l’agricoltura. Nel 1946, di pari passo con l’ingrandimento dell’azienda e l’aumento dei volumi di vendita, furono aperti i primi depositi a Portogruaro, San Donà e Latisana. Negli anni Cinquanta l’attività principale divenne la commercializzazione del mobile. Nel 1966 l’edificio di Latisana venne profondamente modificato allo scopo di creare un punto vendita più moderno. L’espansione territoriale dei nuovi punti vendita coinvolse, come detto, anche il Friuli. Disegnato dall’architetto Gino Valle, nel 1990 nacque il negozio di Magnano in Riviera. La definitiva decisione di chiudere il punto vendita di Latisana, concentrando l’attività nella sede di Summaga di Portogruaro, risale invece all’estate del 2015.

Giovanni era il secondo di 8 fra fratelli e una sorella, scomparsa pochi anni fa, di cui era il gemello. Negli anni che hanno preceduto la pensione si era dedicato alla sezione amministrativa, negli storici uffici della frazione di Summaga, il cuore del marchio che poi si era esteso a in provincia di udine e in altre zone del Veneto, come Campodarsego o Istrana. Nel frattempo molte cose sono cambiate: Bergamin è stata acquisita dalla Sme, ma il nome è rimasto, così come le grandi filiali di Mestre, Vicenza e Magnano in Riviera. I palazzi di Bergamin si distinguevano per la “livrea” in cui campeggiavano due caratteristiche: il nome e lo sfondo, il classico colore rosso, ancora in uso.

Giovanni Bergamin viveva dal 2017 nella residenza per anziani “Giuseppe Francescon”, a Portogruaro. «Da quanto sappiamo – sottolinea la figlia, l’avvocato Cristiana Bergamin – il decorso è stato molto rapido. Nel giro di poche ore mio padre non c’era più».

Nel dolore riaffiora qualche ricordo legato all’attività lavorativa dell’adorato papà. «Gli piaceva dedicarsi alla vendita ed è stato un punto di riferimento dell’azienda di famiglia. Poi, con il tempo, si era concentrato su altri aspetti aziendali, a Summaga, di fatto passando dal ruolo di venditore a tutor degli uffici».

Per Giovanni Bergamin sono state fatali le complicazioni del suo stato di salute dopo aver contratto il Covid-19. —

R.P.

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