Immatricolazioni auto: in Friuli Venezia Giulia balzo del 7%, ma i mezzi ecologici non sfondano

Continua il trend positivo del mercato dell’auto. Dopo gli anni bui della crisi economica, che ha affossato i consumi e frenato la corsa a cambiare la macchina in attesa di tempi migliori, dal 2015 in avanti il settore ha toccato con mano l’inversione di tendenza. Iniziata due anni fa, proseguita l’anno passato e confermata nel 2017, specie nei primi quattro mesi.
«Da maggio in poi – evidenzia Giorgio Sina, capogruppo auto moto di Confcommercio Fvg - abbiamo assistito a una leggera frenata delle immatricolazioni di auto private, cioè del mercato vero, bilanciata nei risultati complessivi dalle auto aziendali, comprese quelle dei concessionari che le immatricolano per poi rivenderle a chilometro zero».
Effetto del bilanciamento è il risultato positivo a piè di lista: rispetto ai primi 10 mesi del 2016, quest’anno le immatricolazioni sono aumentate del 7%, 30.679 in totale di cui 3.218 a ottobre (+11,39% sullo stesso mese 2016). Il miglior risultato nel raffronto con l’anno passato lo mette a segno Trieste (+51,82%), il peggiore Udine (-3,33%). Bene Pordenone (+18,05), in leggero aumento Gorizia (+1,77%).
Chi sale, chi scende
L’exploit maggiore è quello di Jeep che nei primi dieci mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo 2016 fa un balzo in avanti del +71,7%. Parliamo di 733 auto immatricolate tra gennaio e settembre contro 427. I grandi numeri li fa Fiat, che si piazza al primo posto per valore assoluto con 4.130 auto.
L’aumento c’è ma è più contenuto: Fca si deve accontentare di un +7,7% per il marchio di casa, appena superiore alla crescita media dei primi 20 marchi che in Fvg è del 6,7%. Sempre guardando ai volumi, dopo l’azienda bandiera dell’automotive made in Italy ci sono la tedesca Volkswagen (2.563 auto immatricolate, +4,1% rispetto al 2016), l’americana Ford (1.845 e -4,9%) e la francese Renault (1.802 e +1,2%).
Sia quelle che ricaricano la batteria con il motore, utilizzando la dinamicità dell’auto mentre si frena, sia quelle più evolute che utilizzano un sistema cosiddetto plug-in: l’auto viene ricaricata dalla rete elettrica ma una volta esaurita la carica può proseguire a benzina come un’auto ibrida. Questo è il futuro a breve termine. «Ci vorrà invece un po’ più tempo perché prendano piede le auto elettriche.
Da noi scontano evidenti limiti di presenza delle stazioni di ricarica. Se poi vogliamo parlare di quel che accadrà appena un po’ più in là saliremo in auto e la macchina guiderà al posto nostro. Tutte le grandi case stanno investendo sull’auto autonoma. E autoconnessa».
I must del mercato
«Bellezza e praticità. Oggi il cliente chiede questo» spiega Sina che con i desiderata degli automobilisti nelle sue concessionarie fa i conti ogni giorno.
Le novità? «Credo di poter dire che tutte le case automobilistiche e noi concessionari abbiamo iniziato a vendere, insieme alle automobili, anche i servizi, le assicurazioni, i pacchetti di manutenzione programmata, i finanziamenti. Insomma, al cliente forniamo un servizio completo. Chi acquista un’auto deve uscire dalla concessionaria senza pensieri».
Anche per via di un cambio di mentalità lasciato in eredità dalla crisi economica. «L’auto – ricorda il capogruppo auto moto di Confcommercio – non è più intesa come uno status symbol, ma un bene necessario che deve essere pratico e confortevole. I must? Tutta la serie di collegamenti che i veicoli di oggi offrono. Dalla navigazione satellitare al sistema bluetooth per finire alla sicurezza e ai costi certi».
Le auto elettriche sono ancora lontane dall’imporsi sul mercato locale a detta dello stesso capogruppo di Confcommercio, Giorgio Sina, eppure un dato, nella comparazione tra le immatricolazioni dei primi dieci mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo 2016 balza all’occhio.
La maggior crescita percentuale nei 10 mesi ha interessato la Tesla, in prima fila nella produzione di auto ecologiche, che è passata da due immatricolazioni dello scorso anno a dieci: +400 per cento. Statisticamente il dato ha poco valore ma certifica l’avvio di un interesse per l’auto elettrica e in particolare per quella del noto marchio californiano. Un interesse frenato dalla mancanza di infrastrutture.
Delle colonne di ricarica che oggi, in regione, sono sono quattro: una a San Daniele, una a Fagagna, una a Dolegna del Collio e infine a Palmanova. Troppo poche per assicurare una adeguata copertura anche se la Regione ha previsto recentemente degli incentivi.
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