Immigrazione, i sindaci: in Fvg bisogna aprire altre caserme per i profughi

UDINE. Le accuse di strumentalizzazione politica e le parole di Debora Serracchiani – che l'altro giorno aveva sostenuto come un coordinamento sul tema dei migranti in Fvg guidato dal Commissario del Governo e dai prefetti, con la collaborazione della Regione in contatto con il Viminale – non fermano Rodolfo Ziberna e i sindaci di centrodestra che guidano tre dei quattro capoluoghi di Provincia.
Il punto sui richiedenti asilo in regione by messven on Scribd
L’iniziativa parte da Ziberna che ieri ha chiamato il suo collega di Trieste Roberto Dipiazza e quindi quello di Pordenone Alessandro Ciriani invitandoli, appunto, a questa sorta di mini-vertice in programma fra otto giorni ricevendo l’immediato placet dei due amministratori di centrodestra.
Ziberna, dunque, insiste sul tema ed è da lui che nascono le due proposte d’apertura che verranno discusse a Gorizia. La prima riguarda, essenzialmente, le procedure di verifica della sussistenza dei requisiti per la concessione a un migrante dell’asilo oppure di una delle altre forme di protezione internazionale.
Attualmente, infatti, la Commissione incaricata è quella di Gorizia che, fino a un paio d’anni fa, analizzava le richieste di tutto il Nordest, mentre adesso si occupa esclusivamente di quelle presentate in Fvg.
Bene, secondo Ziberna questo non basta, ma bisogna aumentare il numero di Commissioni trasformando il sistema in un meccanismo in cui ne sia presente una per ogni capoluogo regionale che si prenda cura delle richieste depositate nelle rispettive aree di competenza prefettizia.
La seconda fiche gettata sul tavolo, inoltre, riguarda l’utilizzo delle caserme. Stando al primo cittadino di Gorizia, infatti, lo Stato, in una regione ricca di strutture militari dismesse come il Fvg, potrebbe agevolmente, e in velocità, mettere a norma alcune caserme disseminate sul territorio regionale e adibirle a centri di accoglienza per i richiedenti asilo.
Una sorta di Cavarzerani oppure di Friuli? Non proprio, perché l’idea di Ziberna guarda alla realizzazione dei centri di accoglienza fuori dalle città, in località esterne ai capoluoghi.
Proposta probabilmente non nuova – visto che l’utilizzo della caserme sul tema migranti ritorna a cadenza fissa e non sempre riscuote successo –, ma, politicamente, ardita e in controtendenza soprattutto rispetto alla posizione tenuta dall’inizio della crisi migratoria dalla Regione e, quantomeno dall’arrivo di Minniti al Viminale in poi, anche dal ministero dell’Interno: il sistema di accoglienza diffusa.
Quel progetto, in altre parole, certificato dall’accordo siglato a inizio anno tra lo stesso Minniti e i rappresentanti dei Comuni italiani e che stabilisce un limite massimo di 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti, quindi, in definitiva, al massimo un profugo ogni 400 residenti.
L’iniziativa, onestamente, fa un po’ fatica a trovare sponde favorevoli in ogni angolo d’Italia per quanto la situazione in Fvg non sia da bollino rosso considerato che i poco meno di 5 mila richiedenti asilo presenti nei nostri territori sono accolti in 99 dei 216 Comuni della Regione anche se il grosso, come noto, si concentri sui capoluoghi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto