L’impegno nella politica e la passione per la storia: addio ad Alessandro Berghinz

La morte nella notte di martedì 28 gennaio per un malore improvviso. Per anni nella Dc, ricoprì il ruolo di segretario della sezione di Chiavris. Portò in Friuli la famiglia reale

Alessandro Berghinz con il suo cane
Alessandro Berghinz con il suo cane

Una famiglia di patrioti, fra combattenti accanto a Garibaldi e resistenti durante la Liberazione: amava ricordare così i suoi avi Alessandro Berghinz, una vita spesa nella politica, nel sociale e nel volontariato, cugino della Medaglia d’oro al valor militare Giovanni Battista Berghinz e pronipote del celebre pediatra Guido. L’impegno degli antenati è stato proseguito da Alessandro, morto martedì notte, all’età di 77 anni, per un malore improvviso nella sua casa di Campeglio (Faedis). Il funerale sarà celebrato giovedì 30 gennaio, nel duomo di Udine, alle 15.30.

Volto noto nel capoluogo friulano e non solo, geometra, tecnico comunale a Martignacco, bancario nell’ex Crup, e poi, dopo la pensione, amministratore condominiale con sua moglie Anita Moro, Berghinz aveva legato la sua storia politica alla Dc nelle cui fila militò per lunghi anni. Ricoprì il ruolo di segretario della sezione di Chiavris e per due mandati fu presidente di Circoscrizione e, in quella veste, contribuì a realizzare il servizio infermieristico circoscrizionale, il parco pubblico di Chiavris e la sistemazione di numerose strade, fra cui via Friuli.

«Era un’esperienza che riemergeva spesso nei suoi racconti e, sebbene avesse lasciato la politica attiva poco prima di Tangentopoli, non rinunciò mai alla sua vocazione che virò soprattutto verso progetti di impronta civica, anche nella sua Faedis dove fu consigliere comunale nel 2009 e dove si candidò per la carica di sindaco», racconta la nipote Irene Giurovich, che rievoca i progetti che l’hanno vista accanto a lui. Nel 2017 fondò gli “Indignados friulani”, un gruppo anticasta, annunciando la discesa in campo per la conquista di Palazzo D’Aronco, poi confluita nel 2018 nell’appoggio alla lista trasversale “Prima Udine”. Alla politica si è da subito congiunto un profondo amore verso gli animali, cani e gatti (molti salvati dalla strada), da cui è sempre stato circondato.

Da sempre appassionato di storia, Berghinz si era innamorato degli Ordini cavallereschi e della Real Casa Savoia del cui Ordine dinastico era il delegato per il Friuli Venezia Giulia. Un incarico di fama che ha radici lontane. Già nel 1998, infatti, entrò a far parte delle Guardie d’onore alle Reali tombe del Pantheon di cui fu nominato delegato provinciale. Una missione che lo portò lontano, dopo essere entrato anche nell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 2005 a Ginevra ottenne il Cavalierato di San Maurizio e Lazzaro direttamente da Vittorio Emanuele.

«Mio zio ha organizzato numerosi convegni storici sia sullo Statuto Albertino sia sulla figura di Eugenio di Savoia e ha portato in Friuli la famiglia reale con il principe Emanuele Filiberto: un evento memorabile fu il meeting internazionale “Alpi senza confini” nel 2017 fra Udine, Trivignano - il cippo della pace campeggia alla Vecchia dogana, un tempo segnava il vecchio confine - e Gorizia».

Non si contano le iniziative culturali, oltre che di beneficenza nei teatri di catastrofi e guerre, compreso l’ultimo scenario ucraino dove, grazie anche al suo interessamento, arrivarono pacchi solidali nel 2023. Solidarietà non solo lontano da casa, ma anche in Friuli, tra le file di Croce Rossa, Protezione Civile, Associazione nazionale carabinieri e Club Unesco. Merito anche dello scoutismo giovanile e degli anni di collegio al Bertoni, «aveva frequentato il corso per diventare diacono e portato parole di conforto, oltre alla Comunione, nelle case di riposo e nelle chiese, accompagnando anche i disabili nei viaggi della fede a Lourdes e Fatima – ricorda ancora la nipote –, dando prova di essere stato un valido prosecutore dello spirito di servizio verso il prossimo attestato da un albero genealogico di cui andava orgoglioso». —

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