Impianti fotovoltaici: sono otto quelli autorizzati dal 2021 nel comune di Udine
La denuncia di Rosaria Capozzi, consigliere regionale del Movimento cinque stelle, e Michele Comentale, rappresentante del gruppo territoriale del capoluogo friulano: «Ora tutti sembrano scandalizzarsi per quello tra Paderno e Beivars, ma lo scenario è ben noto da tempo»
![Rosaria Capozzi, consigliera regionale del Movimento cinque stelle e un impianto fotovoltaico](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h1blve5u8gfzcsudjb/0/image.webp?f=16%3A9&w=840)
«La punta dell’iceberg». L’impianto fotovoltaico in via Emilia, tra Paderno e Beivars, non è né l’unico né il primo spuntato a Udine e dintorni negli ultimi anni. «Tutti sembrano scandalizzarsi per questo, ma lo scenario è ben noto da tempo», denunciano Rosaria Capozzi, consigliera regionale del Movimento cinque stelle e Michele Comentale, rappresentante del gruppo territoriale di Udine.
![](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h1bljawzq5ozhtt642/0/map-jpg.webp)
Gli otto impianti
Dal 2021 a oggi, nel comune di Udine sono stati autorizzati otto grandi impianti, tra cui quello situato tra via Emilia e via Pradattimis, del quale si parla molto nelle ultime settimane, anche a seguito delle proteste dei residenti del quartiere. «Se l’impianto di cui tutti stanno discutendo ha una potenza di 5 megawatt e un’estensione superficiale di 8 ettari, due mesi fa ha avuto il via libera ambientale un impianto di 9,9 megawatt e quasi 15 ettari di terreni nella zona sud–est, vicino alla strada comunale Prati di Prasingel, mentre due anni fa fu la volta del Paparotti, di 9 megawatt e 11 ettari di estensione».
E non è tutto: «A questi, tutti installati su terreni a destinazione agricola, va aggiunto il Parco solare Vat, per complessivi 6,8 megawatt e 8,3 ettari di terreno, l’unico che sorgerà in zona destinata a impianti industriali e artigianali. Poi ce ne sono altri tre, di dimensioni ridotte, che però interesseranno altri 8,3 ettari di terreno potenzialmente agricolo e sprigioneranno una potenza pari a 8 megawatt».
A chiudere lo scenario, poi, l’impianto Prati del Torre, che sorgerà su una discarica, in un’area che Capozzi e Comentale definiscono idonea a questa tipologia di installazioni, come fu per l’Ifim di San Gottardo più di quindici anni fa.
I tre parchi al confine
Da aggiungere all’elenco, altri tre impianti posti a pochi metri dal confine cittadino e indicati nella mappa con le lettere A, B e C. Il primo, da 8,25 megawatt, nascerà alla periferia sud di Tavagnacco, in via Cividina, su 13,32 ettari di suolo, gli altri due sorgeranno poco oltre il confine con Pradamano e avranno, rispettivamente, una potenza di 33,67 megawatt per 37 ettari di estensione e di 40 megawatt per 63 ettari di suolo agricolo occupato.
Le critiche
«Spesso si dice che le amministrazioni non possono bloccare questa proliferazione – proseguono i due pentastellati –, in realtà non è così, la politica può e deve fare la sua parte, anzitutto informando i cittadini prima che inizino i lavori di installazione».
Anche su questo, Capozzi ha depositato un’interrogazione per chiedere alla Regione di rendere pubbliche le piantine con gli impianti realizzati, autorizzati e in fase di installazione. «Infine, va sveltita la procedura di individuazione delle aree idonee e redatta la lista che attendiamo da anni» concludono gli esponenti Cinque stelle. Proprio di fotovoltaico e dei benefici dei pannelli (se installati in aree idonee) si discuterà venerdì alla sede Uil di piazzale Cavedalis, con esperti del settore e in presenza dell’assessore Marchiol.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto