Imprenditore evade il fisco assolto se le Asl non pagano
UDINE. Due sentenze che aprono precedenti importanti: lo Stato non può condannare per evasione fiscale chi non versa le tasse perchè in attesa di essere pagato da un’amministrazione pubblica o da un’azienda sanitaria. Le sentenze milanesi riguardano – e questa è un’altra importante novità – una società profit e una no profit: la Sintea Plustek di Assago, che produce e vende protesi vertebrali, e la comunità di recupero per tossicodipendenti Saman, la cui vicepresidente è l’udinese Lorella Raggi.
Il principio stabilito dalla sentenza di un giudice del Tribunale di Milano che ha assolto la Sintea Plustek – accusato di evasione fiscale per il mancato versamento di circa 180 mila euro di Iva, ma che vantava crediti per forniture ad alcune Asl per circa 1 milione e 700 mila euro – è che se «la pubblica amministrazione non paga i propri debiti verso i fornitori, non può poi pretendere che questi, in crisi anche per la mancanza di quei soldi nelle casse, siano condannati perchè non hanno versato le tasse dovute».
La Procura aveva chiesto la condanna per Paolo Guerra, legale rappresentante dell’azienda Sintea Plustek di Assago. Dal 2005 la società ha fornito prodotti per un milione e 700 mila euro a tre Asl e ad un ospedale della Campania, senza, però, riuscire ad ottenere i pagamenti per le prestazioni effettuate. La stessa impresa avrebbe dovuto comunque versare al fisco quasi 180 mila euro di Iva per le fatture emesse e non l’ha fatto. Da qui l’accusa di evasione. Il Gip di Milano, Claudio Castelli, ha assolto però l’imputato perchè, come scrive nelle motivazioni della sentenza, «è stato costretto a non pagare da un comportamento omissivo e dilatorio da parte di enti pubblici che avrebbero dovuto pagare».
Lo stesso principio è stato utilizzato in un’altra sentenza del Tribunale milanese. In questo caso “alla sbarra” è finito Achille Saletti, legale rappresentante della comunità di recupero per tossicodipendenti Saman, fondata nel 1981 a Lenzi di Trapani da Mauro Rostagno, ucciso 7 anni dopo in un agguato da assassini ancora ignoti. Malgrado la comunità vantasse crediti nei confronti di Asl o Ministeri per 2 milioni e mezzo nel 2009, il suo rappresentante era accusato di evasione fiscale per un milione e 750 mila euro, sempre per mancato versamento dell’Iva sulle fatture. Il gip Maria Grazia Domanico ha assolto l’imputato perchè per la comunità – in crisi per i soldi non avuti e che gli spettavano – non pagare il fisco è stato un «caso di forza maggiore» e non c’è il dolo. Malgrado le assoluzioni nei due processi penali, gli imputati dovranno comunque versare le tasse dovute nel procedimento tributario.
«Nessuno vuole degli sconti – spiega Lorella Raggi –, vorremmo semplicemente essere trattati alla pari. Io devo a te 10 tu devi a me 10: bene compensiamo. Questo in Italia non è possibile. Io devo a te 10 e se non te li pago mi denunci (è penale), mi dai una multa, mi costringi a pagare 20 e a fare debiti con le banche per pagarti. Alla fine pago 30 e mi marchi come evasore. Non è possibile lavorare così; non è possibile alzarsi al mattino e avere il terrore di aprire la cassetta delle lettere. Speriamo che con questa sentenza qualcosa possa cambiare».
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