Imprenditore positivo al virus: chiude l'azienda e manda a casa i dipendenti

PONTEBBA. L’inizio è stato quello che, purtroppo, molti altri hanno imparato a conoscere. Qualche linea di febbre, gusto e olfatto che spariscono, la preoccupazione, il tampone e infine il verdetto: infezione da coronavirus.
Luigi Faleschini, per tutti “Gigi Verdura”, è il pioniere dell’agricoltura biologica in Valcanale. Nei suoi terreni di Ombrico, in comune di Malborghetto-Valbruna, coltiva frutta e verdura.
A Pontebba c’è il laboratorio di trasformazione della sua azienda “Savors di Cjase”. Vende i suoi prodotti in tutta la provincia di Udine e oltre.
Anche lui, conosciutissimo in Valcanale e non solo, deve fare i conti con il Covid. E lancia un appello: «Vorrei dire una cosa a tutti i “fenomeni” che pensano che questo virus sia una banale influenza. Non è così: il Covid si prende gioco di te, delle tue difese immunitarie, del tuo fisico e della psiche. Ho dovuto chiudere l’azienda a lasciare a casa i dipendenti».
Faleschini ha la febbre a 39 ed è chiuso nella propria stanza da una settimana. I primi sintomi il 22 ottobre, dopo una consegna a Udine. Al ritorno, Faleschini sente di avere la febbre. Avverte i dipendenti di stare a casa il giorno seguente e si mette in auto isolamento. Sabato spariscono gusto e olfatto.
«Lì ho capito – ammette Gigi –. Ho chiesto di poter fare il tampone, ma i tempi non sarebbero stati rapidissimi. Io, invece, volevo sapere a tutela anche della salute dei miei familiari. E così, ho svolto il test privatamente, andando con il mio furgone a Udine. Avevo la febbre, è stata un’esperienza drammatica».
Il responso non lascia spazio a dubbi: Covid-19. Venerdì, l’imprenditore ha fatto un altro tampone, questa volta all’esterno del Centro allestito nel Poliambulatorio di Tarvisio.
«I miei compaesani di Pontebba sanno che sono malato, quando mi hanno visto passare in auto mi hanno guardato con gli occhi sbarrati.
Ma io non sono un untore, voglio soltanto monitorare la mia salute». Faleschini lancia un’idea: «Il sistema sanitario in Valcanale funziona benissimo, però secondo me servono controlli più capillari, magari a domicilio. O almeno tamponi self-service, almeno per avere un primo responso. Uscire di casa con la febbre e muoversi in queste condizioni è pericoloso».
In quarantena anche la moglie e un figlio di Gigi, mentre l’altro si trova a Bruxelles per un’esperienza di lavoro. Secondo Faleschini, la via è una sola. «Il presidente Giuseppe Conte deve chiudere tutto, non ci sono altre vie. Ma caro Stato, non lasciarci soli. Possiamo superare assieme questo pessimo periodo». —
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