Impresario edile muore in cantiere

Udine, Bruno Voncini, 68 anni, colto da malore a Paparotti. «Muratore per vocazione, mite e generoso»

UDINE. Era in pensione, ma dai cantieri non poteva proprio stare lontano. Amava troppo il suo lavoro di artigiano edile. Bruno Voncini, 68 anni, residente a Percoto di Pavia di Udine, è morto ieri mattina mentre seguiva l’intervento di ristrutturazione di una palazzina all’incrocio tra via Paparotti e via Roggia di Palma. All’origine del decesso, molto probabilmente, un arresto cardiocircolatorio.

L’uomo è stato a lungo rianimato dal personale del 118, giunto a bordo di un’ambulanza e di un’automedica. Purtroppo gli sforzi dei soccorritori non sono bastati. Sul posto, per accertamenti di routine, anche una pattuglia della polizia.

Bruno Voncini aveva imparato l’arte del muratore dal padre Renato ed è con orgoglio che l’ha poi trasmessa al figlio Luca, attuale titolare della ditta che ha sede a Pavia di Udine, in via Crimea. Una piccola impresa che si occupa prevalentemente di ristrutturazioni e ampliamenti seguendo il metodo dei capimastri d’un tempo, ossia eseguendo ogni intervento appunto “a regola d’arte”.

«Mio papà - racconta il figlio Luca - era una persona semplice, un grande lavoratore. E quando non era in cantiere era accanto a mia mamma Adriana che voleva stare. Era molto attaccato a lei. Insomma, era, come si dice, tutto casa e lavoro. Non aveva altri interessi od hobby. Solo raramente si concedeva qualche incontro con gli amici a Udine, ma poi a cena voleva sempre tornare a casa e portava la pizza».

La famiglia Voncini ha sempre abitato a Pavia di Udine ed è molto conosciuta in paese. «Conoscevo Bruno solo di vista - dice il sindaco Mauro Di Bert -, non avevo confidenza con lui. Ma so che la sua è una famiglia stimata, di lavoratori seri».

«Era un uomo mite e generoso - riferisce una persona che lavorava con lui proprio al cantiere di Paparotti -, probabilmente uno dei professionisti più competenti con cui io abbia lavorato. Ricordo che, solo qualche giorno fa, mia aveva detto che persino di notte pensava al lavoro che avrebbe dovuto fare il giorno dopo». Evidentemente, per Bruno Voncini fare il muratore non era tanto un lavoro, quanto una vocazione. Voleva sempre seguire di persona ogni passaggio, come spiega il figlio Luca: «L’ultimo operaio che avevamo è andato in pensione tempo fa. Poi abbiamo portato avanti l’impresa solo io e papà, occupandoci direttamente di tutto...e questo è sempre stato il nostro valore aggiunto, visto che, di solito, il cliente cerca professionisti che siano allo stesso tempo competenti e affidabili».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto