In aumento i negozi aperti a Pasquetta
UDINE. Tutti aperti o quasi. I grandi centri commerciali e le principali catene di supermercati terranno le serrande alzate a Pasquetta. Aperto il Città fiera, aperto il Bennet, aperto Panorama, aperti - ma solo al mattino - i supermercati Billa e, ovviamente, aperto l’Outlet village di Palmanova. Poche le eccezioni: resterà chiuso Arteni, il Carrefour e probabilmente anche l’Upim di via Savorgnana. «Ormai non ci sono più le feste - dicono i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil - la legge consente ai commercianti di stare sempre aperti senza nemmeno dover comunicare nulla. Spesso gli stessi dipendenti scoprono solo all’ultimo momento che dovranno lavorare. E far valere il proprio diritto a trascorrere la Pasquetta in famiglia è sempre più difficile per commesse e commessi, sempre più precari e ricattabili».
Ma la cosa più grave, sottolinea Paolo Duriavig della Fisascat «è che queste aperture non sono servite a nulla, hanno peggiorato la qualità della vita di migliaia di famiglie senza portare alcun beneficio ai bilanci delle aziende che infatti continuano a chiudere e a licenziare». I sindacati insomma non hanno dubbi: la liberalizzazione delle aperture non ha attenuato l’effetto della crisi. «Se non ci sono soldi - aggiunge Claudio Moretti della Uiltucs - la gente non compra. Tenere aperti sempre aperti i negozi non ha determinato un incremento nei consumi che, anzi, continuano a diminuire». Il motivo, per i sindacalisti, va ricercato anche nel peggioramento delle condizioni di lavoro dei commessi.
Ecco perché - spiega Francesco Buonopane della Filcams Cgil «condanniamo gli imprenditori che, sfruttando una legge sbagliata, costringono i dipendenti a lavorare sempre». Anche a Pasquetta. «E non è escluso che qualche negozio decida all’ultimo di aprire anche a Pasqua - sostengono -, purtroppo per noi è ormai impossibile vigilare».
Per questo motivo, Cgil, Cisl e Uil hanno aderito alla raccolta firme della Confesercenti, sostenuta anche dalla Cei, che chiede di ridare pieno potere alle Regioni in materia di commercio. L’obiettivo sarebbe quello di tornare a mettere un tetto alle aperture che la Regione, dopo una lunga e complessa trattativa con le parti sociali, aveva fissato a 28 mettendo tutti d’accordo, ma solo a parole.
Perché la norma aveva poi fatto scattare una raffica di ricorsi - con in testa quello dell’Outlet village di Palmanova - finalizzati a far valere invece il diritto a stare sempre aperti. Come accade adesso. Per la gioia di chi, quasi ogni domenica, riempie i centri commerciali e la rabbia di commessi, sindacati e Chiesa.
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