In bilico il futuro di Exe, a rischio la maggioranza
UDINE. Il futuro di Exe è appeso a un filo e il presidente Franco Soldati diserta la resa dei conti a Palazzo Belgrado. A partecipare alle commissioni Bilancio e Vigilanza coi capigruppo, ieri mattina sono stati il direttore Aldo Mazzola e il consigliere Giandavide D’Andreis, insieme con la responsabile amministrativa del gruppo.
Ma, mancando il presidente, molti sono stati i «non so» in risposta al fuoco di fila del Pd, mentre dalla maggioranza non sono arrivate domande su come si è creato il buco di 2,3 milioni. Nemmeno dal sindaco di Manzano che ha votato contro il bilancio della partecipata.
Tre i punti cardine confermati da D’Andreis: Palm’è chiude in perdita anche il 2012, non c’è traccia dei 6 milioni di euro utili alla costruzione dell’impianto “salva Exe” alle porte di Palmanova (stando al cartello di cantiere i lavori sono cominciati il 24 dicembre 2012) e – nota politica – «Exe non ha mai fatto nulla senza prima essersi accordata con il socio di maggioranza», ha detto D’Andreis durante la riunione a porte chiuse.
«Fontanini è stato smascherato – tuona il capogruppo del Pd Salvatore Spitaleri –. Il presidente non può dire di non essere al corrente delle perdite di Exe prima della presentazione del bilancio». La controllata Palm’è chiude il 2012 con un buco che oscilla fra i 10 e i 15 mila euro, «gli oneri gestionali», precisa D’Andreis.
E infatti la società – in mano al 60% a Exe e al 40% alla Daneco – non produce. «Siamo in trattativa», ha aggiunto il consigliere di Exe. «Ma con un capitale sociale ritoccato a poco meno di 4 milioni, fidejussioni per 6 milioni sulla discarica di Trivignano e 600 mila euro sulla partecipata in liquidazione Srf e con l’impianto Pantanel messo a bilancio senza considerare le svalutazioni per l’inutilizzo, chi può pensare di concedere credito?», chiede Spitaleri.
Pochi i commenti arrivati dalla maggioranza. «È stata una riunione interlocutoria – ha detto il capogruppo Pdl Renato Carlantoni –. Exe è strumentale al raggiungimento del gestore unico, ma deve esserci la volontà di centrare l’obiettivo».
La Lega, lacerata da un dibattito interno che si muove fra il ritorno alle origini e il Carroccio “maroniano”, plaude all’opposizione. «Le domande del Pd erano puntuali e miravano a chiarire il terreno su cui si cammina una società partecipata dai friulani», dicono sotto traccia i leghisti.
E dopo l’annuncio del segretario provinciale dell’Udc, Ottorino Faleschini, la maggioranza traballa. Faleschini, dopo essersi consultato con i consiglieri provinciali (Stefano Marmai e l’assessore Beppino Govetto), spinge per la liquidazione della società. E lo fa senza mezzi termini.
C’è poi la questione Manzano. Il sindaco del Pdl Lidia Driutti ha votato contro il bilancio Exe in sede di cda. Difficile giustificare un cambio di direzione. Perché lunedì il consiglio provinciale dovrà votare la mozione di messa in liquidazione della Exe chiesta dal Pd.
Considerata la riunione agostana, le defezioni saranno più d’una. Ma, numeri alla mano, la maggioranza ha 18 consiglieri e 12 l’opposizione. Ecco perché in questi giorni Lega, Pdl e Udc tenteranno di serrare i ranghi.
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