In bus senza biglietto: sanzioni fino a 210 euro, ma la metà non le paga

UDINE. In Friuli Venezia Giulia, la lotta a chi tenta di viaggiare gratis sui bus non sorprende nessuno. Da queste parti, la Regione a statuto speciale ha legiferato da tempo, ben prima della riforma varata dal Governo Gentiloni.
Ma nonostante l’applicazione di sanzioni salate che raggiungono 210 euro, il numero dei “portoghesi” si mantiene stabile. Cresce, invece, l’importo dei verbali insoluti che i gestori del Trasporto pubblico locale non riescono a recuperare. Questo è il tema che sarà posto sul tavolo di contrattazione perché chi non paga il biglietto stenta anche a pagare la multa.
Ma torniamo ai numeri perché se a Pordenone lo scorso anno sono stati notificati 3.850 verbali ad altrettanti cittadini sorpresi sugli autobus privi di biglietto, a Udine il numero raggiunge le 10 mila unità. «La legge regionale - spiega il direttore di esercizio della Saf, Paolo Zaramella - per chi sale sull’autobus senza biglietto, prevede una sanzione di 210 euro, ma se l’utente paga subito questo importo si riduce a un terzo, 70 euro».
La vera novità apprezzata dai gestori è quella che prevede l’utilizzo di “agenti accertatori” esterni per controllare i biglietti. «La legge regionale - continua Zaramella - consente di utilizzare controllori esterni purché siano guardie giurate».
Ecco perché sugli autobus della Saf da tempo viaggiano gli agenti dell’Italpol. La riforma conferma tutto questo estendendo la possibilità di garantire i controlli anche a chi guardia giurata non è. Detto questo Zaramella stima l’insoluto in un buon 10 per cento, che può arrivare al 12, dei circa 10 mila verbali notificati lo scorso anno soprattutto sui bus del sistema urbano.
«Sui bus cittadini è più facile vedere il controllore e quindi scendere dal mezzo alla fermata dopo o attendere la corsa successiva», fa notare il direttore di esercizio della Saf ricordando che sulle linee extraurbane viaggiano soprattutto abbonati, lavoratori pendolari o studenti.
Il problema diventa ingestibile quando il “portoghese” di turno esibisce documenti falsi o si identifica utilizzando alias. «Il tema vero - precisa il presidente della Saf, Silvano Barbiero - non è l’importo della sanzione, bensì gli accertamenti sui mezzi. Spesso i viaggiatori sono privi di documenti oppure danno dati non veritieri che ci impediscono di riscuotere. C’è gente che ha 20-30 verbali, tutti insoluti». Il direttore di Saf non ha dubbi: «Dobbiamo riprendere in mano un ragionamento con la Regione perché il problema sta diventando preoccupante».
Analoga la situazione a Pordenone nonostante nella Destra Tagliamento il problema si avverta soprattutto sui mezzi diretti all’esterno della città. Qualche dato? Lo scorso anno dei 3.850 verbali notificati, 2.657 sono intestati a chi viaggia sui pullman extraurbani. Sommando i 1.193 documenti compilati sui bus cittadini, l’Atap non ha incassato 24 mila euro. Una cifra importante che potrebbe anche non recuperare completamente.
La riforma varata dal Governo, insomma, oltre ad aumentare l’importo della sanzione, favorisce una discussione a 360 gradi. Una discussione che non entra nel merito dei 200 euro di multa visto che nella nostra regione, a differenza di altre città dove gli importi oscillano tra i 33 euro di Napoli e i 100 di Roma, quell’importo è addirittura più elevato. Il tema vero che sta a cuore ai gestori del Tpl è riuscire a far pagare non solo il biglietto ma anche le sanzioni a tutti. Un’impresa ardua che in questo momento diventa impossibile prevedere come andrà a finire.
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